UniversiNet.it – Maturità, per quest’anno il Voto conseguito fra meno di un mese dai cinquecentomila maturandi, non conterà ai fini dell’ammissione all’università. La stessa fine faranno i giudizi ed i crediti guadagnati negli ultimi anni. Lo ha deciso il governo che, lo scorso 30 maggio, con un decreto legge che contiene alcune disposizioni e proroghe, ha stabilito di rinviare al 2009-2010 la novità introdotta da un decreto Mussi-Fioroni dello scorso gennaio (il numero 21 del 2008).
“Le disposizioni di cui agli articoli 4 e 5 del decreto legislativo 14 gennaio 2008, numero 21, si applicano a decorrere dall’anno accademico 2009-2010”, si legge nel provvedimento del nuovo governo che stronca, nei fatti, le speranze dei maturandi sull’utilità dei giudizi positivi conseguiti ai fini del superamento dei test di ammissione.
Secondo i tecnici del Ministero “Il decreto era impossibile da applicare”, il decreto Mussi-Fioroni, sostanzialmente, non dava “sufficienti garanzie sull’equità di trattamento per tutti gli studenti”.
Incredibilmente si era ignorato il problema degli stranieri: non esisteva una tabella di equiparazione dei titoli di studio e dei voti dell’ultimo triennio dei ragazzi sia comunitari che extracomunitari residenti stabilmente in Italia che concorrono con gli studenti Italiani nelle stesse graduatorie. Poi, c’era il problema dell’ inserimento e raccolta dati: mancava un sistema informatico in cui le scuole potessero inserire i voti dei ragazzi per permetterne una elaborazione univoca da parte del ministero.
E poi come si considera la lode, introdotta da un solo anno senza creare disparità? In Italia, ci sono anche ragazzi che studiano nelle scuole straniere e prendono il cosiddetto baccellierato, un diploma che esiste, per esempio, in Francia, e poi esistono evidenti disparità di valutazione tra le diverse scuole italiane che nessuno per ora ha pensato a considerare.
Basta fare delle medie per Istituto e scoprire enormi differenze ad esempio tra i licei del nord, di solito di manica più stretta sui voti e quelli del sud Italia, che forse per non pregiudicare la futura carriera accedemica dei loro alunni che spesso sitrasferiscono per l’università, sembra abbondare nel concedere il massimo dei voti.
Venticinque su 105 punti in palio per l’ingresso alle facoltà a numero chiuso sarebbero stati assegnati in base al voto finale, alla eventuale lode, media dei voti degli ultimi 3 anni e con l’apporto dei voti conseguiti nelle materie “significative” stabilite per ogni al corso di laurea.