URBINO – Da questa mattina Valentino Rossi è dottore in Comunicazione e Pubblicità per le organizzazioni, grazie alla laurea ad honorem che gli è stata conferita dell'Università di Urbino. Ecco come è andata la sua gara più difficile, la sua prima Lezione Magistrale… Una laurea ad honorem che mi rende felicissimo e che rende felicissima mia madre che ormai si era arresa .
Valentino Rossi ha commentato così la laurea ad honorem in Comunicazione e Pubblicità per le organizzazioni, che l' Università di Urbino gli ha conferito questa mattina, di fronte un'Aula del Magistero gremita di pesone.
Giacca a righe, jeans e scarpe da tennis: il dottor Rossi non si è smentito nemmeno martedì mattina, quando è entrato nell’Aula Magna dell’università di Urbino per ricevere la laurea ad honorem in Comunicazione e Pubblicità per le organizzazioni, conferitagli dalla facoltà di Sociologia. Campione delle due ruote, testimonial pubblicitario, protagonista di un fumetto e ora anche laureato. “Sono abbastanza emozionato, la laurea mi rende felicissimo – dice il campione – e soprattutto rende felice mia mamma, che ormai si era arresa” .
Per dedicarsi interamente alla moto, Valentino ha dovuto mettere gli studi in secondo piano: “Sono stato io la causa della sua dipartita dalla scuola ed è stata una grande responsabilità portare avanti questo figlio nel mondo delle corse – dice papà Graziano – Oggi la laurea ad honorem cancella questa preoccupazione definitivamente” .
Rossi ha sottolineato che, fin dall'inizio della sua carriera, ha sempre cercato di usare gli stessi simboli per comunicare , il colore giallo e il numero 46 che sono sulla sua tuta da gara, scelto perchè era lo stesso numero che aveva il padre Graziano quando partecipò al suo primo mondiale.
Non è mancata qualche contestazione, infatti è stato srotolato uno striscione dal testo inequivocabile Onore al campione ma 46 volte vergogna a Scienze della COmunicazione, probabilmente una critica alla laurea assegnata a Valentino che si vorrebbe confinato al solo ambito sportivo, ignorandone cosi la spettacolare dimensione mediatica.