UniversiNet.it – Studenti, ricercatori e docenti di sinistra, hanno occupato aule, segreterie e rettorati delle principali università italiane. Dopo il deludente risultato delle elezioni universitarie per il Consiglio Universitario Nazionale degli studenti, organismo pleonastico e sostanzialmente privo di poteri, l’enorme astensionisto degli studenti che per oltre il 90% non si sono recati alle urne, e la delusione delle liste di sinistra che hanno perso la maggioranza 18 su 30 consiglieri del CNSU, passata al centrodestra, la protesta si sposta negli atenei.
“Le ragioni della protesta sono legate alla drammatica condizione in cui versano gli atenei per effetto dei tagli al finanziamento in parte già attuati, ed in parte da attuare nel 2011 e 2012”, si legge in un comunicato del sindacato CGIL.
Una proiezione della Conferenza dei Rettori diffusa nei giorni scorsi stima che al primo gennaio 2011 si registrerà l’insostenibilità finanziaria per gran parte degli atenei Italiani.
“Già oggi molte università sono in una condizione di deficit crescente che impone il taglio dei corsi, dell’offerta formativa, della ricerca; in qualche caso hanno annunciato anche la disdetta degli accordi integrativi relativi al personale tecnico e amministrativo (già fortemente penalizzato dall’introduzione delle norme “Brunetta”) e l’impossibilità a breve di pagare gli stipendi”, aggiunge la nota del sindacato.
Per gli studenti e docenti impegnati nella lotta contro il ddl Gelmini “rappresenta una vera e propria controriforma destinata a mutare radicalmente il funzionamento e la missione dell’Università, alterandone la natura aperta e democratica attraverso norme centralistiche e autoritarie, disegnando un’università pubblica sempre più povera di risorse e qualità, destinata ai pochi che se la possono permettere… un’università governata da élites ristrette, e popolata di precari senza futuro, sottopagati e costretti ad un lavoro servile. Un’università che nega le opportunità di formazione ai giovani, e che mortifica i talenti e il merito”.
“ Le ideologie devono essere lasciate fuori dall’università, l’unico interesse deve essere quello dei ragazzi e del loro futuro”, ribatte invece il ministro, secondo cui il ddl “elimina sprechi e privilegi, rivede la governance degli atenei, punta sul merito, apre le porte ai giovani”. La stragrande maggioranza degli studenti… ha voglia di cambiare e non ha nessuna intenzione di seguire chi cerca di strumentalizzarli”.
di Renato Reggiani