di Renato Reggiani
UniversiNet.it – Benvenuti alla fiera del Test. A Roma grazie alla denuncia di un noto studio legale è emerso il bubbone della vendita online di domande e risposte effettivamente assegnate ai Tolc Medicina. Il numero chiuso in Medicina è un tema spinoso che solleva questioni di equità, accessibilità e, come emerge da questa vicenda, anche di correttezza nei processi di selezione. L’emergere di un mercato nero per i test di ammissione mette in discussione l’efficacia e la giustizia del sistema attuale.
Il test di ammissione per la facoltà di Medicina è da anni un banco di prova che decide le sorti di migliaia di studenti. Ma cosa succede quando questo sistema è compromesso da pratiche scorrette e commerciali?
Numero chiuso: Un sistema ormai obsoleto?
La pratica del numero chiuso per la facoltà di Medicina è nata con lo scopo di limitare l’accesso a un numero controllato di studenti, garantendo così una formazione di alta qualità. Ma con il passare del tempo, questo sistema sta mostrando i suoi limiti. Non solo crea un mercato nero di informazioni e danneggia gravemente chi non ha i mezzi per pagare corsi preparatori costosi, ma perpetua un ciclo di ineguaglianza.
Lo scandalo dei test venduti su Telegram
La denuncia dello studio legale Leone-Fell & C. ha evidenziato una possibile gravissima falla nel sistema dei test di ammissione. Domande del test raccolte da “ex alunni” delle scuole di preparazione au Test, sono state vendute o condivise in gruppi Telegram, compromettendo l’intero processo di selezione. Questo non è soltanto una violazione della legge, ma è un oltraggio all’etica e all’integrità del sistema educativo.
Questo scandalo, se confermato, potrebbe avere gravi ripercussioni. Potrebbe portare all’annullamento dei test, causando ulteriori problemi agli studenti e mettendo in discussione la validità del sistema attuale. È un campanello d’allarme che chiede un ripensamento radicale del processo di selezione.
È giunto il momento di pensare a soluzioni più eque, trasparenti e a prova di frode per garantire che l’accesso alla formazione in Medicina sia basato sul merito e non su chi può permettersi di pagare il pizzo o il prezzo più alto.