UniversiNet.it – Dopo aver anticipato sin dalle 8.45 di ieri i temi assegnati per la prima prova ecco la soluzione della versione assegnata questa mattina alla seconda prova al classico, una versione di Aristotele.
Traduzione della versione di Aristotele classico maturità 2012
Non si deve dunque nutrire un infantile disgusto verso lo studio dei viventi più umili: in tuttele realtà naturali v’è qualcosa di meraviglioso.E come Eraclito, a quanto si racconta, parlò a quegli stranieri che desideravano renderglivisita, ma che una volta entrati, ristavano vedendo che si scaldava presso la stufa di cucina (liinvitò ad entrare senza esitare : «anche qui — disse — vi sono dèi»), così occorre affrontaresenza disgusto l’indagine su ognuno degli animali, giacché in tutti v’è qualcosa di naturale e dibello.Non infatti il caso, ma la finalità è presente nelle opere della natura, e massimamente: e il finein vista del quale esse sono state costituite o si sono formate, occupa la regione del bello. Sepoi qualcuno ritenesse indegna l’osservazione degli altri animali, nello stesso modo dovrebbegiudicare anche quella di se stesso; non è infatti senza grande disgusto che si vede di che cosasia costituito il genere umano: sangue, carni, ossa, vene, e simili parti.
Versione maturità 2012 Aristotele (inviata sul forum)
Allora, non si deve nutrire un infantile disgusto verso lo studio dei viventi più umili: in tutte le realtà naturali v’è qualcosa di meraviglioso. E come Eraclito, a quanto si racconta, parlò a quegli stranieri che desideravano rendergli visita, ma che una volta arrivati, ristavano vedendo che si scaldava presso la stufa della cucina (li invitò ad entrare senza esitare: “anche qui – disse – vi sono dei”), così occorre affrontare senza disgusto l’indagine su ognuno degli animali, giacchè in tutti v’è qualcosa di naturale e di bello. Non infatti il caso, ma la finalità è presente nelle opere della natura, e massimamente: e il fine in vista del quale esse sono state costituite o si sono formate, occupa la regione del bello. Se poi qualcuno ritenesse indegna l’osservazione degli altri animali, nello stesso modo dovrebbe giudicare anche quella di se stesso; non è infatti senza grande disgusto che si vede di che cosa sia costituito il genere umano: sangue, carni, ossa, vene, e parti simili. (Aristotele, “De partibus animalium” I, 5)
Versione completa originale ecco il brano completo da cui è tratta la versione assegnata alla maturità 2012
ARISTOTELE De partibus animalium I,( A), 5, 645 a
E perfino circa quegli esseri che non presentano attrattive sensibili, tuttavia, al livello dell’osservazione scientifica, la natura che li ha foggiati offre grandissime gioie a chi sappia comprenderne le cause, cioè sia autenticamente filosofo. Sarebbe del resto illogico e assurdo,dal momento che ci rallegriamo osservando le loro immagini poiché al tempo stesso viriconosciamo l’arte che le ha foggiate, la pittura o la scultura, se non amassimo ancor di piùl’osservazione degli esseri stessi così come sono costituiti per natura, almeno quando siamo in grado di coglierne le cause.
Non si deve dunque nutrire un infantile disgusto verso lo studio dei viventi più umili: in tuttele realtà naturali v’è qualcosa di meraviglioso.E come Eraclito, a quanto si racconta, parlò a quegli stranieri che desideravano renderglivisita, ma che una volta entrati, ristavano vedendo che si scaldava presso la stufa di cucina (liinvitò ad entrare senza esitare : «anche qui — disse — vi sono dèi»), così occorre affrontaresenza disgusto l’indagine su ognuno degli animali, giacché in tutti v’è qualcosa di naturale e dibello.Non infatti il caso, ma la finalità è presente nelle opere della natura, e massimamente: e il finein vista del quale esse sono state costituite o si sono formate, occupa la regione del bello. Sepoi qualcuno ritenesse indegna l’osservazione degli altri animali, nello stesso modo dovrebbegiudicare anche quella di se stesso; non è infatti senza grande disgusto che si vede di che cosasia costituito il genere umano: sangue, carni, ossa, vene, e simili parti.
Similmente occorre ritenere che quando si discute intorno a una parte o a un oggetto qualsiasinon si richiama l’attenzione sulla materia né si discute in funzione di essa, bensì della formatotale: si parla, per esempio, di una casa, ma non dei mattoni, della calce, del legno; e allostesso modo – quando si tratta della natura – si parla della totalità sintetica della cosa stessa,non di quelle parti che non si danno mai separate dalla cosa stessa cui appartengono.