Origano: come coltivarlo facile una pianta degli Dei dai mille usi

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di Giulia Arcangeli

Il nome dell’origano deriva dal greco oros (monte) e ganos (splendore, bellezza vistosa), che significa “monte splendido” e molto probabilmente si riferisce al fatto che i suoi fiori, ricoprendo i pendii dove cresceva, donavano all’ambiente un aspetto di grande bellezza. Nella mitologia si narra che la nascita di questa pianta avvenne in seguito ad una sventura capitata ad un giovane di nome Amaraco, incaricato di portare alla mensa del re di Cipro un’ampolla preziosissima contente un unguento dal profumo impareggiabile.

Giunto al cospetto del sovrano, il ragazzo emozionato fece cadere l’ampolla spargendone così il contenuto e, pensando di aver dato un grande dispiacere al re, morì di crepacuore. Gli dei, mossi a compassione per questo giovane così sensibile e fedele, lo trasformarono in una pianta dotata di un aroma straordinario: l’origano. Oltre alla Grecia, l’origano era molto conosciuto ed usato anche nell’Antico Egitto e a sud di Roma, verso Napoli , Calabria, Sicilia (come è confermato da alcuni scritti):è infatti nei luoghi assolati del Meridione che la piantina esprime al meglio tutto il suo profumo ed il suo sapore. Nella cucina dell’Antica Roma si trova citato in un grande numero di ricette del libro di Apicio, che arriva ad usarlo anche nei dolci, e furono proprio i Romani che contribuirono a diffonderlo in tutto il Nord Europa, compresa la Scandinavia ed i Paesi Baltici.

L’origano trovò la strada per la Cina nel Medioevo quando le carovane che percorrevano la Via della Seta che congiungeva l’Europa con l’Asia, portavano le spezie esotiche in Europa e viceversa I Padri Pellegrini, fondatori della Nuova Inghilterra, portarono l’origano fino in America ed i coloni fino in Australia ma, la pianta che dà il meglio solo in certi luoghi particolari, non conservò il suo aroma e nemmeno il suo aspetto (da lì arrivò il nome di maggiorana selvatica). Nell’Antica Grecia ghirlande di origano per gli sposi erano simbolo di buon augurio e prosperità, mentre nelle corti rinascimentali era usato per indicare il risveglio della donna verso il suo amante quando veniva posizionato sul davanzale.

Redazione Universinet Magazine
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