Reduci dal successo dell'Ottavo Nano, Silvia e Anthony ci raccontano la loro esperienza universitaria
Reduci dai grandi successi dall'esperienza dell'Ottavo Nano, abbiamo incontrato i due studenti Silvia ed Anthony iscritti, e con successo, all’ateneo Napoletano.
Chiaramente Silvia era reduce da un esame dove aveva preso solo 30 e per questo invocava disperatamente la sua amica Manu. Silvia, “non esiste proprio”, la sua ricetta sul come riuscire negli studi non la vuole svelare a nessuno, il rischio è che diventino bravi come lei. E poi ha l’assillo che la copino. Anthony non ha molti contatti con l’università, tutto al più ha girato nelle segreterie chiedendo “a tenisse ciento lire?” per pagarsi le tasse. Si racconta che gli aforismi del noto tossico televisivo siano arrivati nelle aule (un professore di Economia lo ha citato spiegando la capitalizzazione). Possiamo dire che…, mi hanno detto che…, diciamo…. L’esordio infelice di uno studente in sede d’esame. Il professore, distratto gaurdava altrove. E poi l’epilogo: l’estrazione del voto con la tombola.
Antonio D’Ausilio e Michele Caputo, meglio conosciuti come Silvia e Anthony i due personaggi resi famosi dai programmi Telegaribaldi e Pippo Chennedy Show nonché l'Ottavo Nano, l’università l’hanno portata in scena fin dalle loro prime apparizioni in teatro. Forse perchè è una realtà a loro molto vicina. Entrambi sono studenti di Giurisprudenza.
Ad Antonio media del 25, mancano solo cinque esami alla laurea; per dare Scienza delle Finanze, prima dell’estate, ha dovuto interrompere gli spettacoli, ora si accinge a preparare Diritto Civile con il professor Rascio. “La carriera universitaria e quella artistica sono complementari -dice Antonio-. Tanti cabarettisti sono laureati in Giurisprudenza. Ad esempio Gino Rivieccio. Nel cabaret si esalta l’arte del parlare… anche l’avvocato è un artista pur rivolgendosi, ovviamente, ad una platea diversa”.
Intenso ma sofferto il rapporto con l’università “è troppo dispersiva, c’è poca socialità, troppa tensione”. E l’ansia non arriva solo al momento dell’esame. Anche prenotare una prova dà preoccupazione. I ragazzi del circoletto, saprebbero cosa farne del computer per le prenotazioni “ci giocherebbero come ad un flipper”. Inesistente il contatto con i docenti: “è il professore il grande divo. E’ più facile incontrare Michael Jackson che un professore”. I consigli di Antonio per chi si iscrive all’università “grande vocazione, lavorare molto, mai demotivarsi, apprendere un metodo di studio diverso dal liceo”. E poi, in sede d’esame mai sedersi al primo banco, un’indicazione utile soprattutto ai malati di cuore. Si dicono troppe sciocchezze che servono solo ad alimentare la tensione.
Ha un percorso un po’ più accidentato la carriera di Michele, 26 anni, quarto anno, solo un esame a libretto (Metodologia delle Scienze Giuridiche). Perchè ha scelto Giurisprudenza? “Per conoscere le leggi ed aggirarle”, risponde Anthony. Il suo suggerimento alle matricole:”non fate il mio errore, studiate da subito”. Del resto vi potrebbe capitare, nel corso della carriera, di dovervi distrarre dagli studi. Proprio come ad Antonio e Michele. Hanno iniziato a far ridere per gioco e adesso sono contesissimi da radio, televisioni, teatri…
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