new york university:io c’ero al wtc

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Pubblichiamo la testimonianza inviataci via e-mail da un nostro amico e collaboratore negli USA per un MASTER IN LEGGE alla New York University, si è salvato perchè era uscito a prendere un cappuccino, al momento dell'attacco si trovava a 150 metri dalle Torri in fiamme. NEW YORK UNIVERSITY – Oggi sono stato a Union Square e a Washington Square nel campus della New York University dove ci sono
delle veglie di studenti; i prati sono pieni di
candele, fiori e bandiere. Nel poco spazio residuo gli
studenti sono accampati con i sacchi a pelo e le
chitarre.

Il sindaco Giuliani e' ovunque: scampato alla tragedia
per miracolo ora da' conforto alle famiglie delle
vittime, co-ordina i pompieri, la polizia, la guardia
costiera, la croce rossa, organizza la operazioni di
recupero delle salme ed e' costantemente alla CNN per
dirci cosa fare e tenerci aggiornati.
Sembra che non
dorma mai. La gente lo adora.

E' ancora difficile tornare ad una esistenza normale.
Al lutto sta subentrando il patriottismo.
C'e' una
bandiera a stelle e strisce alle finestre di ogni
abitazione, ogni ufficio, ogni negozio, ogni edicola
di giornali. Questa sera sono stato a messa e alla
fine la gente si e' alzata in piedi per cantare una
canzone patriotica.

Tutti sono consapevoli di essere in guerra e tutti
(dai negri di Harlem, agli ebrei di Manhattan, agli
Italo-americani di Brooklin; dai muratori che lavorano
sulle macerie ai banchieri ed avvocati di Wall Street)
dimenticano le differenze politiche, etniche e sociali
e si stringono intorno al Presidente.
Sembra che tutti
qui si riconoscano nell'affermazione di Bush per cui
l'America e' in guerra ed il resto del mondo non
potra' non scegliere se essere con l'America o contro
l'America.

Da alcuni mesi i suonatori ambulanti nei sotterranei
della metropolitana di New York sono non solo
tollerati, ma sponsorizzati dal sindaco nell'ambito di
un programma denominato musica sotto New York. Oggi
quei suonatori erano tutti li' nei tunnel della
metropolitana: punk e jazzisti, metallari e
violinisti… e tutti suonavano solo ed esclusivamente
l'inno nazionale americano.

E' difficile per un Europeo capire le radici di una
tale coesione nazionale, ma certo non rimpiango il
nostro periodo buio del terrorismo quando una parte
consistente degli Italiani si perdeva in deliranti
distinzioni pseudo-filosofiche del tipo ne' con lo
Stato ne' con le Brigate Rosse.



MAY GOD BLESS AMERICA

Redazione Universinet Magazine
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