ROMA – “Ferita di guerra” (Gaffi Editore), è un romanzo sulla complessità
dell’esser donna nel mondo del lavoro. Lisa lavora alla Rubino, in una città di provincia. Sandro è uno dei due padroni, quello giovane. “Ferita di guerra” è la storia di un’operaia, Lisa, raccontata attraverso la voce della giovane autrice, Giulia Fazzi.
Lisa lavora alla Rubino, in una città di provincia. Sandro è uno dei due padroni, quello giovane.
La storia ruota attorno a questi tre elementi: Lisa, Sandro, la Rubino. Un’operaia, un padrone, la fabbrica. Una donna che si ribella, un padrone violento che vuole rimettere le cose a posto, un luogo di sfruttamento. La vita dentro e fuori la fabbrica. Il prezzo di essere un’operaia libera è il mobbing pressante, le punizioni, l’isolamento.
È uno stupro dopo l’orario di lavoro. È la fuga, il silenzio, l’orrore del ricordo. L’impossibilità di dimenticare. È il racconto, alla fine, perché non si può sopravvivere senza raccontare.
È la violenza, contro una donna, che è un esercizio di potere, un atto che vuole ristabilire i ruoli. Ma è anche l’amicizia ritrovata, e un nuovo sguardo sul mondo, sulle cose, sulle scelte di vita.