Universinet.it – L’ambiente è una questione globale, e quando parliamo di globalità, nessuno è esente, nemmeno il Vaticano e Papa Francesco. Quindi, prenderemo spunto da un messaggio che Papa Francesco ha mandato a grandi aziende come Eni, Equinor, Repsol, Shell, Exxon, Mobil, Royal Dutch Chevron, BP e Total, così come a vari governi. E sai cosa ha detto? Ha detto che è una contraddizione consentire l’espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili mentre ci impegniamo a frenare il riscaldamento globale secondo l’Accordo di Parigi.
Papa Francesco non si è fermato solo a un discorso teorico. Ha anche invitato ciascuno di noi a comportarsi in modo responsabile nelle nostre scelte quotidiane per influenzare le politiche ambientali. Ha messo l’accento sulla necessità di cambiare i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società.
Ma aspetta, non è tutto! Ha anche puntato il dito contro l’industria del petrolio, chiedendo la fine dell’era dei combustibili fossili. Si è rivolto direttamente ai leader mondiali che parteciperanno al summit COP28, invitandoli ad ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili.
Il Papa è stato piuttosto esplicito nel denunciare i problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta. Ha citato l’uso sfrenato di combustibili fossili e la deforestazione come principali cause dell’innalzamento delle temperature e delle gravi siccità che stiamo affrontando. Ha espresso la sua preoccupazione per l’industria dell’acqua, in particolare per pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas.
Il messaggio del Papa si allinea a quello del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC), che sostiene che un’azione urgente per il clima può garantire un mondo più sostenibile e giusto. E non dimentichiamoci, l’IPCC ha anche sottolineato che ci troviamo di fronte a una crisi che si sviluppa a diversi livelli: una crisi ambientale, con la devastazione dell’ambiente, l’uso irrazionale delle risorse naturali e l’inquinamento della biosfera; e una crisi sociale, con conseguenti conflitti e migrazioni di massa dovute ai cambiamenti climatici. Papa Francesco ci invita a unirci per fare passi coraggiosi nel combattere il cambiamento climatico. C’è un debito ecologico da pagare, soprattutto da parte delle nazioni più sviluppate e industrializzate, e dobbiamo agire ora. Non dimentichiamo che siamo parte di un sistema interconnesso, in cui tutto è legato al resto.
Ragazzi, dobbiamo riprendere in mano le redini del nostro futuro, il futuro dell’ambiente e il benessere del nostro pianeta. Ricordate, dobbiamo resistere all’avanzare del paradigma tecnocratico. Non possiamo ridurre la questione ecologica a una serie di risposte urgenti e parziali. Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare, una nuova politica, un nuovo programma educativo, uno stile di vita diverso, e una nuova spiritualità. Dobbiamo sviluppare un nuovo rapporto tra economia, mercato e persone, come ci invita Papa Francesco.
E non è solo una questione di responsabilità individuale. Le istituzioni religiose stanno facendo la loro parte, con la Chiesa che continua a disinvestire nel petrolio. Dobbiamo spingere i nostri leader a fare altrettanto. È tempo di fare passi coraggiosi per salvaguardare il nostro ambiente, la nostra “casa comune”, come direbbe Papa Francesco.
L’ appello di Papa Francesco è rivolto a tutti noi: dobbiamo agire ora, dobbiamo cambiare i nostri stili di vita, e dobbiamo sostenere politiche che proteggano il nostro ambiente. Ricordate, non è mai troppo tardi per fare la differenza. Insieme, possiamo creare un futuro più verde, più sostenibile, e più giusto.