Un'esposizione inedita dell'artista romano incentrata sulla produzione dedicata alla televisione, sua grande musa ispiratrice. La mostra è curata da Vittorio Sgarbi… MARIO SCHIFANO: TELEVISIONE CATTIVA MAESTRA a cura di Vittorio Sgarbi
Quando: Galleria Caetani, Palazzo Ruspoli dal 10 novembre2005,
Un'esposizione inedita dell'artista romano incentrata sulla produzione dedicata alla televisione, sua grande musa ispiratrice.
La produzione e la realizzazione a cura di Liberamente, con il Patrocinio del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio.
La mostra prende spunto dal saggio del filosofo Karl Popper che, intorno alla metà degli anni '80, sentì l'urgenza d'esporre socialmente il problema tv, nella quale intravedeva dei pericolosi vizi strutturali con proprietà dal potere destabilizzante per la democrazia, descrivendola come gratuita, superficiale, volgare e pressappochista.
Il nucleo concettuale del pensiero del filosofo non è affatto rivolto a sostenere che la televisione sia di per sé una cattiva maestra. Essa potrebbe essere una forza per il male o una forza per il bene, certo che, diventare una potenza culturale, per un'informazione positiva e di contenuto, è un compito difficile.
Le emittenti, troppe ed in competizione, causano il deterioramento del prodotto televisivo e per mantenere l'audience adottano la politica del mandare in onda quel che piace di più alle grandi masse popolari, quindi programmi dai contenuti scadenti e sensazionali.
La mostra è focalizzata sul rapporto stretto che l’artista ha intessuto nel corso della sua carriera con i mezzi mediatici, in particolare con la televisione. Schifano passa dal dipingerlo (alle volte acceso, altre spento) al fotografarlo, come oggetto e come fonte di accadimenti.
I media parlano un linguaggio di facile accesso a differenza della pittura che invece ha sempre avuto un pubblico meno vasto. Per Schifano far coabitare i due sistemi linguistici fu una conseguenza naturale per il modo di vivere sempre con la televisione accesa e la polaroid a tracolla.
L'irruzione dei mass-media modificò il suo modo di fare arte, ciò nonostante continuò ad avvalersi del suo occhio obiettivo per scegliere le immagini trasmesse in continuazione dagli apparecchi elettronici che utilizzava.
Mezzi di comunicazione come fonte di ispirazione, immagini decontestualizzate ed isolate, sottoposte ad una metamorfosi atta a rendere esplicita la profondità del fenomeno mediale, senza però permettere che queste diventino semplicemente mezzo d’espressione dei nuovi media.
A partire dal 1970 Schifano inizia a fotografare il video per estrapolare immagini che poi trasferisce sulla tela emulsionata dove agisce con colori alla nitro. Egli comincia a fotografare qualsiasi immagine provenga dalla televisione, da quella pornografica a quella trasmessa dai telegiornali. L'artista quindi riumanizza l'immagine evanescente del video che, attraverso la personalizzazione del suo gesto pittorico, viola la freddezza del medium, conferendo di nuovo all’oggetto la sua aura.
La mostra raccoglie più di cinquanta opere dell'artista degli anni '70-'90 dedicate alla televisione: fotografie ritoccate a smalto e acrilico, tele emulsionate, tele preparate al computer, pubblicità ritratte fotograficamente e grandi tele raffiguranti il televisore, mezzo mediatico ispiratore per eccellenza.