Lo spot suicida di Apple: L’epoca del declino creativo Tra Profitto e Polemiche

Share

Tokyo – Nell’ultimo decennio, Apple ha dimostrato una trasformazione preoccupante da pioniera dell’innovazione a colosso dominato dal profitto, una tendenza che si riflette chiaramente nella recente gestione di Tim Cook. Le critiche si sono intensificate con il rilascio del loro ultimo prodotto, il visore Apple 3D, il quale non ha soddisfatto le aspettative del mercato, evidenziando una crescente distanza tra Apple e l’impatto innovativo dei suoi prodotti. Non parliamo poi del ritardo nel settore dell’Intelligenza Artificiale Generativa e della quasi totale inutilità dell’assistente virtuale Siri, rispetto ai concorrenti che già integrano prodotti di AI come Chat GPT4 nei loro smartphone e sembrano anni luce avanti.

Recentemente, un episodio ha scatenato ulteriori polemiche, portando all’attenzione un problema ancor più profondo: l’approccio di Apple alla creatività. Il nuovo spot pubblicitario per l’iPad Pro, intitolato “Crush!”, ha suscitato una tempesta di critiche. Nello spot, oggetti simbolo della creatività umana come pianoforti, chitarre e libri, vengono distrutti da una pressa, per enfatizzare quanto l’iPad possa sostituirli tutti con la sua tecnologia compatta. Questa rappresentazione ha scatenato l’ira di molti creativi, inclusi designer, attori e artisti che hanno visto in questo spot un simbolo dell’annientamento del loro lavoro e degli strumenti di espressione artistica.

La reazione di Hugh Grant, che ha commentato la pubblicità come “la distruzione dell’esperienza umana per gentile concessione della Silicon Valley“, è solo la punta dell’iceberg del dissenso che ha spinto Apple a ritirare lo spot e a scusarsi pubblicamente.

Nonostante le scuse, le parole di Tor Myhren, vicepresidente del reparto marketing e comunicazioni di Apple, suonano vuote in un contesto dove la compagnia sembra aver perso di vista il vero significato di “creatività“. Affermare che “la creatività è nel nostro DNA” appare contraddittorio quando gli atti dimostrano il contrario. Questa scelta pubblicitaria, così come la gestione complessiva della linea produttiva sotto la guida di Tim Cook, solleva importanti questioni sulla direzione in cui l’azienda sta andando.

La crescente enfasi sui profitti, evidente dalla performance finanziaria di Apple negli ultimi anni, sembra aver relegato l’innovazione creativa a un secondo piano. La direzione intrapresa da Tim Cook pone l’accento sull’ottimizzazione finanziaria piuttosto che sul mantenimento dello spirito rivoluzionario che ha caratterizzato i primi giorni di Apple.

Questo episodio deve essere un campanello d’allarme per Apple e per il suo consiglio di amministrazione. È tempo di riflettere seriamente su come l’azienda può riallinearsi con i suoi valori originali e rinnovare il suo impegno nei confronti della comunità creativa che una volta celebrava. Altrimenti, Apple rischia di diventare un semplice simbolo di tecnologia sterile, lontana dagli ideali di innovazione e creatività che una volta definivano il suo core.

Apple deve trovare un nuovo equilibrio tra profitto e innovazione, uno che non solo preservi la sua eredità ma anche ispiri la futura generazione di creativi. Se non altro, il fallimento dello spot “Crush!” ha dimostrato che anche un gigante come Apple non è immune dalle conseguenze di decisioni aziendali scollegate dalla realtà delle proprie radici creative.

Renato Reggiani
Renato Reggiani
Romano, giornalista, esperto di comunicazione ecosostenibile, designer. Ho il cuore diviso tra l’Italia e l’Oriente dove ho studiato e lavorato a Dubai, ora copro l'area sud Pacifico, mi divido tra Dubai, Tokyo e Seul, ho studiato a Rotterdam con il programma Erasmus per imprenditori. Ho collaborato con giornali, agenzie e tv. Ho depositato due brevetti per migliorare la sostenibilità green delle nostre città. Ho fondato l’Associazione Frontiere della Comunicazione per insegnare il cinese e l'inglese ai bambini delle scuole elementari italiane. Fulminato sulla via di San Francisco dalla Maker Faire, ho collaborato e curato l’area agricoltura digitale per 2 edizioni. Ho collaborato con la facoltà di Scienze della Comunicazione di Roma e il Politecnico di Milano facoltà di Architettura a Piacenza. Premiato a Copenaghen per la Corporate Social Responsibility, non ho ancora visto la sirenetta. Cambiare il mondo si può, un articolo alla volta.

Read more

Local News