UniversiNet.it – Nell’oscurità stellata della notte, tra i sogni che si intrecciavano come fili di un arazzo surreale, un’idea venne a bussare alla porta della mia coscienza. Era un’idea audace, impertinente, un’idea che batteva insistentemente, esigendo attenzione.
Immaginai di trovarmi in un luogo indefinito, una sorta di limbo sospeso tra il reale e l’irreale, una dimensione senza tempo e senza luogo. Davanti a me, due figure familiari ma distorte dalla luce onirica: Nica, la dolce e resiliente protagonista del mio romanzo, e Rigel, il tormentato e affascinante compagno che aveva catturato il suo cuore.
“Erin,” iniziò Nica, la sua voce come un filo di seta che danzava nell’aria, “abbiamo delle domande per te.” Rigel annuì, i suoi occhi scuri pieni di una tristezza che conoscevo troppo bene. Fu così che iniziò l’intervista più strana e meravigliosa della mia vita, un dialogo con i miei stessi personaggi, immaginati e desiderati.
Rivelai loro dettagli del mio processo di scrittura, di come avevo creato ognuno di loro, dei miei pensieri e delle mie emozioni mentre scrivevo “Il Fabbricante di Lacrime”. Parlai delle mie paure, delle mie speranze, del mio Fabbricante di lacrime personale.
Il sogno si concluse con una domanda che mi lasciò in sospeso, come se fossi sospesa su un precipizio: “Chi è Erin Doom?” Chiesero i miei personaggi, i loro occhi fissi sui miei con un’intensità che mi scosse.
Mi svegliai con il cuore che batteva forte nel petto, l’eco delle loro parole ancora vibrante nella mia mente. Quell’interrogativo rimase con me per tutto il giorno, come una melodia ossessiva. E fu allora che decisi: era giunto il momento di rivelare al mondo chi era veramente Erin Doom.
Così, armata di coraggio e determinazione, mi preparai a svelare il mio segreto in televisione, a mostrare il viso dietro la penna, a presentarmi al mondo come Matilde, l’anima e la mente dietro il velo di Erin Doom. E sebbene fosse una decisione che mi riempiva di paura, sapevo che era la scelta giusta. Perché la verità, come l’amore, come la sofferenza, come le lacrime, ha un potere inarrestabile. E era giunto il momento di liberarla.
Nica: Erin, potrebbe raccontarci di più su “Stigma”?
Erin Doom/Matilde: “Stigma” è un libro che sonda a fondo l’anima dei personaggi. Mireya e Andras, i protagonisti, sono lontani dall’essere perfetti, ma è proprio in questo che risiede la loro forza. È una storia di sfide e rinascita.
Nica, pensierosa, prosegue.
Nica: Come ha trovato l’ispirazione per “Stigma”?
Erin Doom/Matilde: Ho iniziato a scrivere “Stigma” con l’idea di raccontare una storia di personaggi che fossero lontani dall’essere perfetti. I protagonisti hanno tanti punti in comune che finiscono per scontrarsi. Ho sempre saputo che questa storia avrebbe richiesto più di un libro, quindi ho iniziato a scrivere, annotando tutto su un quadernino che ho iniziato anni fa.
Rigel, con un sorriso misterioso, fa un’altra domanda.
Rigel: Come ti sei preparata per scrivere “Stigma”?
Erin Doom/Matilde: Ho conosciuto la fine prima di iniziare a scrivere. Ho lavorato moltissimo sulla trama e sui personaggi, cercando di dare loro vita e consistenza. E poi, ho scritto.
Nica, con uno sguardo sognante, fa una domanda che le sta a cuore.
Nica: Erin, nel tuo romanzo “Fabbricante di lacrime” c’è una forte descrizione dei personaggi e del loro passato, come hai lavorato su questi aspetti?
Erin Doom/Matilde: Ho lavorato molto sulla costruzione dei personaggi, cercando di renderli reali e profondi. Ho cercato di mettermi nei loro panni, di capire cosa avrebbero provato, come avrebbero reagito. Il passato dei personaggi è fondamentale per comprendere la loro evoluzione nella storia.
Rigel, con un tono serio, fa una domanda che tocca un punto delicato.
Rigel: In “Fabbricante di lacrime” affronti temi come l’abbandono, l’abuso, la sofferenza. Come hai gestito questi temi così intensi?
Erin Doom/Matilde: Ho cercato di trattare questi temi con delicatezza e rispetto. Sono temi difficili, che possono toccare molte persone. Ho voluto mostrare che anche nel dolore e nella sofferenza si può trovare la forza per andare avanti.
Nica, con un sorriso dolce, fa l’ultima domanda.
Nica: Come ti senti ora che la tua identità è stata rivelata e che sei pronta a incontrare i tuoi lettori di persona?
Erin Doom/Matilde: È un momento che aspettavo da tanto tempo. Sono entusiasta all’idea di poter finalmente guardare negli occhi chi mi legge. Ma sono anche un po’ nervosa. Spero solo di essere all’altezza
Rigel: Erin, prima di concludere, c’è una domanda che non posso non farti. Nel tuo libro, il ‘Fabbricante di lacrime’ è una figura simbolica che rappresenta quell’esperienza, cosa o persona in grado di scatenare nel proprio animo un sentimento e con esso lacrime. Chi o cosa è il tuo Fabbricante di lacrime personale?
Erin Doom/Matilde: Questa è una domanda molto profonda, Rigel. Penso che il mio Fabbricante di lacrime sia la mia stessa scrittura. Spesso, mentre scrivo, tocco dei temi e delle emozioni che risuonano profondamente con me e con le mie esperienze. Questo processo di esplorazione emotiva può essere molto intenso, a volte doloroso, ma è anche incredibilmente liberatorio.
Nica: Hai un personaggio preferito nel tuo libro, Erin? O meglio, con quale dei tuoi personaggi ti senti più affine?
Erin Doom/Matilde: Ogni personaggio che creo ha un pezzo di me, ma direi che mi sento particolarmente vicina a Nica. La sua gentilezza, la sua forza, la sua resilienza nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare, sono tutte qualità che ammiro e a cui aspiro.
Rigel: E quali sono i tuoi piani per il futuro, Erin? Ci sono altri libri in arrivo?
Erin Doom/Matilde: Certo, ho sempre nuove idee che borbottano nella mia testa. Non posso rivelare troppo, ma posso dire che sto lavorando su un nuovo progetto che spero entusiasmerà i lettori tanto quanto “Il Fabbricante di Lacrime”.
Nica: Non vediamo l’ora di leggere il tuo prossimo libro, Erin! Grazie per il tempo che ci hai dedicato oggi. È stato davvero un piacere.
Erin Doom/Matilde: Grazie a voi per l’opportunità di parlare dei miei libri. Spero che continuerete a godere delle mie storie.
Che le stelle siano con voi e illuminino il cammino dei vostri sogni. Continuate a credere nel potere delle parole e nelle storie che portano con sé. Ricordatevi che, come in ogni romanzo, anche nella vita, ogni lacrima è un capitolo che si chiude e ogni sorriso è l’inizio di un nuovo meraviglioso racconto.
ndr ( mi sveglio e scrivo in fretta, tra una fetta di torta alle mele e una tazza di caffè latte il mio incredibile incontro. Non ci posso credere, ho sognato di spiare l’incontro tra Erin Doom e i suoi personaggi…)