UniversiNet.it -Riforma Gelmini dell’Università. Eccole novità ed i contenuti del testo approvato alla Camera su iniziativa del ministro Mariastella Gelmini che ha illustrato i contenuti della Riforma dell’Università.
– Riforma Gelmini: il testo e cosa cambia
– Riforma dell’Universita: il nulla che avanza
La riforma incide in particolare su GOVERNANCE, RECLUTAMENTO E STATO GIURIDICO DEI DOCENTI, DIRITTO ALLO STUDIO .
“Bisogna avere coraggio – ha affermato il ministro Gelmini – di cambiare l’Università, non difendendo lo status quo ma premiando i giovani meritevoli, i nuovi ricercatori e le Università che puntano sulla qualità eliminando gli sprechi e i corsi inutili”.
Ecco i contenuti del disegno di legge:
Possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili.
Come è: oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi;
Come sarà: ci sarà la possibilità di unire e federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, per abbattere costi e aumentare la qualità.
Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme secondo criteri nazionali concordati tra MIUR e Tesoro.
Come è: i bilanci delle università non sono chiari e non calcolano la base di patrimonio degli atenei;
Come sarà: i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiori trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio.
Riduzione dei settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 a circa la metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore).
Come è: ogni professore è oggi rigidamente inserito in settori scientifico disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti;
Come sarà: saranno ridotti per evitare che si formino micro settori, che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.
Delega al ministro per riorganizzare i dottorati di ricerca al fine di creare un vero sistema di formazione di terzo livello sia per l’accademia che per le imprese.
GOVERNANCE
Adozione di un codice etico.
Come è: non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni;
Come sarà: ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele.
Limite massimo complessivo di 8 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma.
Come è: ogni università decide il numero dei mandati;
Come sarà: un rettore non potrà rimanere in carica per più di 8 anni con valenza retroattiva.
Distinzione netta di funzioni tra Senato e CDA, il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione.
Come è: attualmente vi è confusione e ambiguità di competenze tra i due organi che non aiuta l’assunzione della responsabilità nelle scelte;
Come sarà: Il senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il CDA ad avere la responsabilità chiara delle spese, delle assunzioni e delle spese di gestione anche delle sedi distaccate.
Limiti di 35 membri nel Senato e di 11 nel CDA per superare assemblearismo e paralisi;
Come è: il senato è composto anche da più di 50 persone e il CDA da 30;
Come sarà: sarà ridotto il numero di membri del senato a un massimo di 35 e del cda a 11 per evitare organi pletorici e poco responsabilizzati.
CDA fortemente responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni.
Rafforzamento del peso della rappresentanza studentesca in Senato e CDA.
Introduzione di un direttore generale al posto del direttore amministrativo. Come è: oggi il direttore amministrativo è spesso un esecutore con ruoli puramente amministrativi;
Come sarà: il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come vero e proprio manager dell’ateneo.
Nucleo di valutazione d’ateneo a maggioranza esterna.
Come è: i nuclei di valutazione sono oggi a maggioranza composti da docenti interni;
Come sarà: il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.
Semplificazione della struttura interna degli atenei.
Come è: si sovrappongono organi quali il consiglio di corso di studio, il consiglio di dipartimento, la facoltà;
Come sarà: saranno razionalizzati gli organi evitando sovrapposizioni
RECLUTAMENTO E STATO GIURIDICO DEI DOCENTI
Commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e per la prima volta anche stranieri.
Come è: le università posso assumere nuovi professori senza un filtro nazionale;
Come sarà: una commissione nazionale autorevole dovrà abilitare coloro che sono abilitati a partecipare ai concorsi per le varie fasce. Saranno valutate le capacità e il curriculum sulla base di parametri predefiniti.
Le università potranno assumere solo coloro che saranno riconosciuti validi dalla commissione.
Attribuzione dell’abilitazione, a numero aperto sulla base di criteri di qualità stabiliti con DM sulla base di pareri dell’ANVUR e del CUN.
Come sarà: la commissione nazionale, composta anche da docenti stranieri, dovrà esprimersi a favore della domanda di abilitazione. Non ci saranno limiti al numero di abilitazioni.
Incentivi economici al trasferimento per i docenti al fine di rendere concretamente possibile la mobilità.
Oggi la mobilità è spesso resa difficile dai costi che il docente deve sostenere per trasferirsi.
Procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia.
I professori dovranno svolgere 1500 ore annue di cui almeno 350 per docenza e servizio agli studenti.
Come sarà: Viene per la prima volta stabilito un riferimento uniforme per l’impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.
Scatti stipendiali solo ai professori migliori.
Come sarà: si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione biennale dell’attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi
DIRITTO ALLO STUDIO
Delega al governo per riformare organicamente la legge 390 del 1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi superiori e mobilità.