Universinet.it – Questa volta ci sarebbero le prove ma mancherebbe il mandante. Perch’ la CIA dovrebbe pagare per coprire un errore dei cinesi? Una rivelazione che potrebbe risolvere una volta per tutte il mistero che avvolge le origini della pandemia sta ora facendo le prime linee dei principali mezzi di comunicazione negli Stati Uniti, dopo essere stata presentata dal NY Post. La notizia, che se autenticata potrebbe essere devastante, riporta che la Central Intelligence Agency (CIA) avrebbe cercato di corrompere alcuni analisti affinché sopprimessero le proprie ricerche, che indicavano una possibile fuga del virus da un laboratorio di Wuhan, in Cina. Questa teoria, da sempre respinta energicamente dalla Cina, adesso sembra essere supportata da prove inconfutabili che testimonierebbero che il Covid-19 potrebbe essere il risultato di un errore umano.
Inoltre, è stata rivelata una comunicazione decisiva indirizzata al capo della CIA, William Burns, che segnala il tentativo da parte di un alto funzionario dell’agenzia di sovvenzionare sei analisti affinché negassero l’origine labirintica del virus, scagionando così la Cina da ogni responsabilità. Il pagamento sarebbe stato effettuato solo se gli analisti avessero rivisto totalmente la loro posizione, sostenendo che il virus avesse avuto origine da uno “spillover” da animali a esseri umani, anziché da una fuga dal laboratorio. Un “whistleblower”, ossia un informatore anonimo, ha portato alla luce questi dettagli cruciale, esponendo le condizioni previste per il pagamento.
Questa non è la prima volta che circolano simili supposizioni. Già in passato, l’FBI aveva ventilato l’ipotesi che il virus potesse essere derivato da un “incidente” in laboratorio a Wuhan. Christopher Wray, il direttore dell’FBI, aveva precedentemente sottolineato in un rapporto che questa era la spiegazione “più naturale” per l’insorgenza della pandemia. Anche il Wall Street Journal aveva condiviso un dossier del Dipartimento dell’Energia di Washington che puntava il dito contro il laboratorio di Wuhan.
Una prova addizionale che sostiene l’origine artificiale del virus riguarda una particolare sequenza nel gene responsabile della produzione della proteina Spike, che il virus utilizza per attaccare le cellule da infettare. Questa sequenza di 19 lettere, che fa parte di un gene umano e non si trova in altri genomi conosciuti — sia umani, animali, batterici che vegetali — indica una probabilità quasi nulla che si tratti di un evento naturale. La sequenza è cruciale per la capacità del virus di fusione con le cellule umane, facilitando così l’infezione.