fabio volo: panettiere mancato

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ROMA – Alcuni nascono musicisti, cantanti, scrittori, artisti. Altri studiano per realizzare i propri sogni. Ecco a Voi Fabio Volo leggi…
ROMA – Alcuni nascono musicisti, cantanti, scrittori, artisti. Altri studiano per realizzare i propri sogni. Ci sono poi persone, poche, che scoprono piano piano cosa vogliono essere e trasformano la vita in un' occasione per reinventarsi continuamente e cimentarsi nelle più svariate attività. Fabio Volo è una di queste. Panettiere, speaker di Radio Deejay, presentatore televisivo e ora nuovamente scrittore. E' infatti uscito il suo secondo libro, dal titolo E' una vita che ti aspetto (circa 170 pagine, 13 euro, edizione Mondadori).


Allora Fabio, il tuo primo libro Esco a fare due passi ha avuto un grande successo. Cosa ti ha spinto a scriverne un altro?

Avevo voglia di far conoscere al pubblico questa storia, di raccontare la vita di un nuovo personaggio, Francesco (che poi è il nome di un mio amico e fratello della persona da cui avevo tratto il nome per il protagonista del mio primo libro), che si rende conto di non stare bene con se stesso, ma che poi impara a migliorare la propria condizione.

E tu stai bene?

Si beh…già leggendo il libro si sta bene, perciò figurati nello scriverlo!

Il tuo nuovo romanzo affronta anche il tema dell' amore verso se stessi e verso gli altri.

Sono convinto che non amare se stessi sia un po’ come sbagliare ad allacciarsi il primo bottone della camicia. Chi non si ama pregiudica anche il suo rapporto con gli altri, le sue future relazioni affettive e, di conseguenza, compromette la sua felicità.

E la felicità da cosa deriva?

Dal pensare a quello che si è perso e non a quello che si ha. Nella vita non tutto dipende dalla nostra volontà e il personaggio del libro riflette a pieno questo mio punto di vista.

E allora come si fa ad essere felici se non si possono controllare gli eventi?

Il trucco è lasciarsi andare, lanciarsi nelle sfide e avere il coraggio di fare il primo passo verso la realizzazione dei propri sogni. La mia carriera, in effetti, l' ho costruita così, cercando di raggiungere tutti i miei obiettivi. Non bisogna avere paura di lanciarsi in nuovi progetti, perché altrimenti ti trasformi in una persona capace solo di sottomettersi alla vita e allora finisce che lei non ti sorride e tu diventi infelice.

Quindi tutto dipende da noi?

Assolutamente sì, e sono anche convinto che nel mondo ci siano persone contente della propria tristezza, felici della loro infelicità.

Hai mai pensato di avere un figlio?

Sì, certo….ma non adesso.

Senti di avere un certo potere sui tuoi ascoltatori e sul tuo pubblico?

Quando parlo alla radio, nel mio programma Il Volo del mattino, ho la consapevolezza che molta gente mi sta ascoltando e allora ne approfitto per renderli partecipi della mia visione del mondo. Rispetto ciò che accade nel mondo, ma sono anche convinto che parlando troppo delle vicende umane si finisce poi per renderle banali.

E della televisione cosa pensi? Si dice che sia spesso volgare…

La volgarità raggiunge immediatamente il pubblico, fa ridere, colpisce e perciò viene facilmente utilizzata. In fondo credo che il guardare la televisione nasca dalla presenza di una situazione difficile, in cui stress, stanchezza e nervosismo ci portano a passare le serate davanti a uno schermo piuttosto che con gli amici o all' aria aperta. Insomma, alla fine ritorniamo sempre alla solita questione…stare bene, stare male, essere felici, infelici…leggete il libro e magari vi sentirete meglio.


di Laura Mari

Redazione Universinet Magazine
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