Universinet.it – E scoppiata concorsopoli. Avrebbero truccati i concorsi universitari per spartirsi le cattedre. E questo, con l’accusa di corruzione, è stata effettuata una vera e propria retata di professori universitari con arresto e concessione dei domiciliari a 7 professori universitari di importanti atenei italiani.
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Firenze, guidata da Giuseppe Creazzo, è stata svolta dalla Guardia di Finanza, che all’alba di oggi ha eseguito le misure cautelari. Oltre ai 7 ai domiciliari, sono scattate 22 misure interdittive allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi, sempre per reati di corruzione.
Oltre 150 le perquisizioni domiciliari eseguite presso uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali. L’operazione ha riguardato l’intera penisola. Secondo gli investigatori il contesto investigativo dell’operazione denominata “chiamata alle armi” ha preso il via dal tentativo di alcuni professori di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, per favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati per la sua abilitazione in una successiva tornata. Successivi approfondimenti hanno accertato sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici, ma orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.