UniversiNet.it – Ad una comunità Europea boccheggiante, bloccata dai veti e dagli interessi incrociati dei suoi membri, costretta ad inchinarsi ad ogni capriccio del Presidente Ceco pur di averne la firma sotto il trattato di Lisbona, ad una Bruxelles diventata sempre più simile alla vecchia capitale dell’impero di Guerre stellari dove ogni nuova proposta viene annegata dalle lobby ed il potere reale viene esercitato da oscuri comitati, mancava pretendere di legiferare anche sulle tradizioni e libertà religiose italiane.
Togliere il crocifisso dalle aule sarebbe una barbarie rispetto alla storia stessa della Comunità Europea che non sarebbe mai potuta nascere senza quei valori di libertà, giustizia e diritto elaborati dal pensiero giudaico cristiano degli ultimi 3000 anni.
Forse a Bruxelles si sono dimenticati che l’Italia è una nazione concordataria, una nazione che ha liberamente scelto di sottoscrivere un concordato con lo Stato del Vaticano, che garantisce comunque la massima libertà di espressione e professione di fede o di ateismo a tutti i suoi cittadini.
Questa sentenza è una violenza, un atto barbaro che vuole sopraffare 60 milioni di cittadini italiani, che nega la storia e la filosofia che ha generato la Comunità stessa, è un mostro di diritto e di cultura che speriamo sarà riesaminata e corretta nelle giuste sedi.
Infatti tale sentenza è stata emessa da una semplice Chambre ( camera composta da 7 giudici) che per prassi e normativa si occupa delle controversie tra stati ed individui, ma il caso in oggetto sembra invece attenere più ai rapporti tra Stati, Italia e Vaticano, che dovrebbero essere discussi in Grande Chambre.
I sette giudici autori della sentenza sono: Francoise Tulkens (Belgio, presidente), Vladimiro Zagrebelsky (Italia), Ireneu Cabral Barreto (Portogallo), Danute Jociene (Lituania), Dragoljub Popovic (Serbia), Andras Sajò (Ungheria), e Isil Karakas (Turchia).