antonella sbrilli: l’arte on-line

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Con Internet l'arte sta cambiando la propria realtà, ne parliamo con Antonella Sbrilli, una delle maggiori esperte italiane dell'argormento

Ricercatrice presso il Dipartimento di storia dell’arte all’Università La Sapienza, Antonella Sbrilli insegna “Informatica applicata ai beni culturali” e “Storia dell’arte contemporanea”.

Recentemente ha scritto un libro “Storia dell’arte in codice binario. La riproduzione digitale delle opere artistiche”.


Come hai iniziato ad occuparti di tecnologie e storia dell’arte?
Nel 94-95 ho cominciato a lavorare sui nuovi mezzi multimediali che iniziavano a diffondersi e sono arrivata a concepire l’idea che è possibile comunicare contenuti di storia dell’arte anche molto sofisticati non in maniera passiva e lineare piuttosto sceneggiando i contenuti. Questa era l’idea degli “esercizi di stile“ del cd’art che erano dieci tipologie di interazione con la tecnologia digitale.


Credi che i mezzi più tradizionali saranno soppiantati dal diffondersi delle tecnologie multimediali?
Non credo che il digitale soppianterà il mezzo tradizionale, l’importante è avere sempre chiaro del perché si usa uno strumento e qual’è il target di riferimento.


Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
L’idea mi è venuta circa due anni fa. Mi interessava capire come con l’utilizzo delle nuove tecnologie può essere percepita la storia dell’arte e che grazie alla multimedialità le idee potevano essere vivificate. Inoltre l’utente può essere veramente attore attivo in tutto questo processo.
Ho pensato di rivolgermi a un utente giovane che già ha più dimestichezza con internet e le nuove tecnologie. Trovo che la scelta di utilizzare sistemi multimediali per la comunicazione e la comprensione di contenuti legati alla storia dell’arte sia più efficace dei sistemi tradizionali.


Ci puoi dire qualcosa di più sull'argomento del libro?
«Storia dell'arte in codice binario» analizza la riproduzione digitale delle opere d’arte esplorando alcune direzioni del cambiamento in corso, con uno sguardo alla ricerca, alla diffusione e alle nuove professioni per gli storici dell'arte nel campo della regia e della sceneggiatura ipermediale delle conoscenze sul patrimonio artistico.
Poiché la natura di un'immagine digitale è il codice binario, lo stesso codice che traduce un'immagine può contenere in allegato a se stessa tutta una serie di dati immagini, testi, audio etc.



Che ne pensi della computer art e delle sue nuove forme che si stanno diffondendo sulla rete?
Il mercato e il collezionismo dell’arte digitale è proprio uno degli argomenti del mio corso quest’anno.
Ci sono gruppi, tendenze, portali che sono già autorità è difficile dare un giudizio netto forse perché l’arte che si esprime attraverso questo mezzo, il web, risponde alle stesse caratteristiche del mezzo stesso.


Sempre più si diffonderanno programmi trasmessi o­n-demand pensi che ci sarà spazio per programmi dedicati alla storia dell’arte?
Nel momento in cui si accede a programmi interattivi tutto diventa più appetibile, si può pensare a dei prodotti che presentano la conoscenza storico-artistica in maniera reattiva quindi si può non solo scegliere e quindi realizzare il “proprio museo personale” ma anche entrare nell’opera e interagire con essa.


Non credi che con la riproduzione in digitale delle opere d’arte possa esserci il rischio reale di “svalutare” il concetto di “opera d’arte”?
Il fatto che il digitale permetta di riprodurre un’opera infinite volte è un problema enorme per il diritto d’autore, per il concetto di originale, In generale bisogna occuparsi molto dell’usabilità dei mezzi e del feedback che tu avrai sull’utente.

Maricetta Agati

Per ulteriori info su Antonella Sbrilli vai al
Sito di Antonella Sbrilli




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