Mercurio in Ascesa: Come i Cambiamenti Climatici Alterano l’Equilibrio dell’Artico

Un rivoluzionario studio italiano svela il legame tra la variabilità climatica e i livelli di mercurio nell'Artico. Il cambiamento climatico accelera il rilascio di questo pericoloso inquinante. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative per la salute umana e gli ecosistemi polari.

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Universinet.it – La copertura di ghiaccio marino nell’Artico è stata ridotta di oltre il 50% rispetto all’inizio delle misurazioni satellitari negli anni ’70 a causa del riscaldamento globale. Andrea Spolaor, ricercatore presso l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISP) a Venezia e coautore dello studio, spiega che il ghiaccio marino svolge un ruolo fondamentale nel controllo del ciclo biogeochimico del mercurio. Il ghiaccio marino pluriennale impedisce il trasferimento del mercurio dall’oceano all’atmosfera, mentre il ghiaccio marino stagionale, essendo più sottile, permeabile e salino, favorisce tale trasferimento e complesse reazioni atmosferiche che aumentano la deposizione di mercurio nell’ambiente artico.

Il progetto EastGRIP (East Greenland Ice core Project), coordinato dal Centre for Ice and Climate di Copenaghen, ha condotto un’analisi di un nucleo di ghiaccio dalla calotta glaciale della Groenlandia. Il team di ricerca, composto da scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia e del CNR-ISP, ha esaminato la dinamica del mercurio tra 9.000 e 16.000 anni fa, durante la transizione dall’ultimo periodo glaciale all’attuale periodo climatico, l’Olocene. “Il nostro studio mostra che la deposizione di mercurio nell’Artico è triplicata all’inizio dell’Olocene rispetto all’Ultimo Periodo Glaciale”, spiega Delia Segato, dottoranda in Scienza e Gestione dei Cambiamenti Climatici all’Università Ca’ Foscari Venezia.

Il mercurio, un inquinante globale estremamente tossico per la salute e l’ambiente, è stato studiato da un team di ricerca guidato dall’Italia e pubblicato su Nature Geoscience. Lo studio ha esaminato la relazione tra le variazioni climatiche passate e i livelli di mercurio nell’Artico per comprendere quali sono i fattori naturali che influenzano il ciclo biogeochimico di questo elemento. Non solo le attività umane, ma anche fonti naturali come l’attività vulcanica e una moltitudine di processi fisici, chimici e biologici che si verificano nel suolo, nell’oceano e nell’atmosfera controllano il ciclo del mercurio.

Uno studio condotto dall’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con l’Istituto di scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e altri partner internazionali, ha dimostrato che i livelli di mercurio nell’Artico sono fortemente influenzati dal cambiamento climatico. Secondo lo studio, il riscaldamento globale che ha causato la fusione del ghiaccio marino durante l’ultima transizione glaciale-interglaciale ha portato a un aumento della deposizione di mercurio nell’atmosfera. Inoltre, il passaggio dal ghiaccio marino pluriennale a quello stagionale favorisce reazioni chimiche complesse che promuovono la deposizione di mercurio nelle regioni polari.

Delia Segato, dottoranda in Scienza e Gestione dei Cambiamenti Climatici presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, afferma che l’analisi e l’interpretazione di archivi paleoclimatici e lo sviluppo di un modello di chimica atmosferica del mercurio hanno permesso di concludere che la perdita di ghiaccio marino, in particolare quello perenne, nell’Oceano Atlantico sub-polare a causa del riscaldamento climatico avvenuto 11.700 anni fa, è stata la principale causa dell’aumento della deposizione di mercurio nell’Artico.

Andrea Spolaor sottolinea che il ghiaccio marino stagionale, essendo più sottile, permeabile e salino, consente il trasferimento del mercurio e favorisce complesse reazioni atmosferiche che coinvolgono il bromo e aumentano la frequenza di eventi di depauperamento atmosferico del mercurio, causando una più rapida deposizione nell’ambiente artico. “Studi futuri ci aiuteranno a stimare come questo fenomeno influirà sui livelli di mercurio e quali sono i rischi associati per le popolazioni e gli ecosistemi artici”. Questi risultati sottolineano la necessità di comprendere meglio l’impatto del riscaldamento globale sulla deposizione di mercurio nell’Artico e sulle sue possibili ripercussioni sulla salute umana e sull’ambiente.

Redazione Universinet Magazine
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