Universinet.it – Approvata in via definitiva dal Senato la Riforma Universitaria 2010 della Gelmini, che conclude ed integra le precedenti leggi di riforma. Rifiutata la proposta di pensionamento a 65 anni dei docenti che avrebbe aperto le porte a molti giovani, ma introdotto un nuovo limite di età a 70 anni che pur restando tra i più alti al mondo, indica almeno la volontà di una stretta sull’assurdo regime attuale che permette di rimanere in cattedra anche oltre i 75 anni. Il nuovo provvedimento si limita ad eliminare il cosiddetto biennio Amato, fatte salve solo le posizioni di chi abbia già iniziato ad usufruirne. In questo modo, i docenti ordinari dovranno lasciare le cattedre a 70 anni, senza possibilità di prolungare la permanenza al lavoro come invece accade oggi. Al contrario, si fissa a 68 anni il limite per gli associati.
IL TAGLIO DELLE FACOLTA’ – Per risparmiare risorse la nuova legge prevede la fusione degli atenei più piccoli e la razionalizzazione delle facoltà, che per ogni ateneo non potranno essere più di 12. Saranno inoltre passati in rassegna tutti gli oltre 500 corsi di laurea oggi attivi in Italia, l’obiettivo è eliminare tutti quelli considerati antieconomici, seguiti cioè da un esiguo numero di studenti. a riforma renderà difficile il mantenimento in vita degli atenei, delle facoltà e dei dipartimenti accademici meno efficienti: tanto per cominciare, e per quelli con problemi di bilancio, è previsto il commissariamento. Sulla falsa riga dell’orientamento preso tre anni fa, le università che continueranno a utilizzare più del 90% dei finanziamenti statali per le spese fisse (personale e ammortamenti) verranno inibite dal bandire concorsi per nuove assunzioni.