Pur di perseguire gli obiettivi di contenimento della spesa, il “piano di formazione linguistica” – predisposto dal MIUR e gestito dall’ANSAS – che coinvolgerà, in totale, cinquemila unità di personale, ipotizza che una parte dei docenti in formazione (duemila circa) si possa considerare idonea all’insegnamento dell’inglese con la sola frequenza di 50 ore di formazione integrata (parte on line e parte in presenza).
Sono evidenti i rischi di un abbassamento dei livelli di qualità dell’insegnamento, qualora non siano assicurate alcune precise condizioni.
In termini più chiari, non basta che il possesso di un livello A1 di competenza sia indicato come requisito di priorità nell’accesso al contingente dei duemila corsisti “accelerati”: questo deve essere indicato come requisito essenziale e imprescindibile.
Devono, poi, essere puntualmente e rigorosamente rispettati gli impegni che l’Amministrazione ha dichiarato di voler assumere (formazione in esonero dal servizio; presenza di figure di supporto; opportunità di formazione all’estero).