UniversiNet.it – Studenti di Ingegneria Biomedica dell’Università di Pavia hanno conquistato la medaglia d’argento a iGEM 2008 (International Genetically Engineered Machine), la student competition del MIT dedicata alla biologia sintetica. L’Università di Pavia si è aggiudicata la medaglia d’argento, a iGEM 2008 (International Genetically Engineered Machine), la student competition sulla biologia sintetica organizzata dal MIT di Boston (www.igem.org). Il lavoro degli studenti pavesi, guidato dal prof. Paolo Magni di Ingegneria Biomdica, è stato messo a confronto con quello di 84 team selezionati da tutto il mondo. Due soli quelli italiani: Pavia e Bologna.
L’iniziativa e il progetto pavese – L’iniziativa ha preso avvio all’interno del corso di Ingegneria Biomedica per opera del prof. Paolo Magni(Laboratorio di Informatica Biomedica), che ha coordinato gli studenti di Ingegneria e di Scienze insieme alla prof.Maria Gabriella Cusella (Laboratorio di Colture Cellulari del Dipartimento di Medicina Sperimentale). Al progetto hanno lavorato gli studenti laureandi Lorenzo Pasotti, del corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Biomedica e Mattia Quattrocelli, del Corso di Laurea Specialistica in Biologia Sperimentale ed Applicata sotto la supervisione della dottoressa Daniela Galli, ricercatrice presso il CIT.
Il gruppo di Pavia ha proposto “la riscrittura del materiale genetico del batterio E.coli, allo scopo di implementare in sistemi biologici le funzioni di un Multiplexer e di un Demultiplexer, due noti dispositivi usati correntemente nel modo dell’elettronica. L’obiettivo della nostra ricerca è quello di mostrare come sia possibile portare alcune funzioni tipiche delle logiche realizzate con il silicio nel mondo della biologia, per realizzare dispositivi biologici.”
La cronaca dal MIT di Boston del prof. Paolo Magni
L’attesa
“Boston, venerdì 7 novembre – Ci siamo, oggi alle 17.00 ora di Boston parte la fase finale dell’IGEM 2008, la competizione sulla biologia sintetica tra le migliori università del mondo che è iniziata ufficialmente nei primi giorni di maggio. Oggi prove generali della sfida tra i team con la sessione delle prove ufficiali a porte chiuse riservata ai soli componenti dei singoli team per mettere a punto gli ultimi dettagli delle presentazioni e “gli effetti” speciali per convincere la giuria. Domani alle 9.00 al via le relazioni finali tenute dagli studenti di ciascuno degli 84 team finalisti. Gli ultimi 30 minuti in cui giocarsi tutte le carte per ben figurare. Questo è lo spirito che si respirava ieri negli incontri informali e occasionali che ci sono stati tra i componenti dei vari team che sono arrivata a Boston lungo l’arco dell’intera giornata. L’Università di Pavia che quest’anno partecipa alla competizione per la prima volta ed è rappresentato qui a Boston da Lorenzo Pasotti (Ingegneria Biomedica) e Danela Galli (Biologia) accompagnati dal Prof. Paolo Magni (Ingegneria Biomedica) “scenderà” in campo per difendere l’Ateneo Pavese e l’Italia (solo un altro team italiano, quello di Bologna, compare nell’elenco dei finalisti) alle 9.30 nel gruppo dei team le cui applicazioni sono state classificate nella categoria Environement (ambiente).
Infatti gli 84 team sono stati divisi nelle seguenti sette categorie: Food or Energy, Environment, Health or Medicine, Manufacturing, New Application, Foundational Advance, Software.
Sabato sera dopo la fine delle presentazioni (le ultime presentazioni sono previste per le 17.00) inizierà la festa in attesa delle “nomination” dei finalisti che verranno comunicate durante la serata dopo le quali inizieranno le danze animate da un DJ che selezionerà le migliori canzoni di tutto il mondo. Domenica mattina, dopo una notte di trepidante attesa, ecco la cerimonia ufficiale nel tempio del MIT con l’attribuzione delle medaglie, dei premi speciali e di tutti i riconoscimenti previsti.”
La competizione e la medaglia d’argento
“Boston, domenica 9 Novembre – Oggi alle ore 14.00 di Boston la competizione che ci ha visto impegnati negli ultimi 6 mesi si è chiusa. Abbiamo portato a casa una medaglia di argento! Un successo che se vogliamo per certi versi è inaspettato o, forse, più che inaspettato, miracoloso. Sapevamo che la competizione era difficile, essere tra gli 84 team della finale era già motivo di orgoglio. I nomi delle principali università americane ed europee potevano fare impressione e intimorire chiunque si affacciasse a questo settore per la prima volta.
Ma arrivati qui la situazione è sembrata ancora più pesante ed il gap incolmabile. I team che hanno lavorato durante questi mesi erano formati nella maggior parte dei casi da 20-30 persone e disponevano di importanti risorse finanziare stanziate da gruppi industriali, università, fondazioni, ministeri, ecc. Era una battaglia impari di Davide contro Golia. Ma come nelle più belle storie Golia non ha umiliato Davide che si è tolto belle soddisfazioni: oltre 50 team lasciati alle spalle e solo 16 risultati davanti: superate importanti università francesi, inglesi e americane quali Parigi, Strasburgo, Losanna, i vincitori dell’anno passato di Pechino e tutte le università cinesi, Cambridge, Bristol, Duke, Johns Hopkins, Chicago, UCSF San Francisco, University of Washington a Seattle, ecc. e l’italiana Bologna con cui abbiamo collaborato e condiviso parte di questa avventura; alla pari di ETH-Zurigo (una delle sedi storiche di questa iniziativa) e altre importanti istituzioni quali la Brown, Calgary, e i forti indiani dell’IIT Madras, Singapore e Taipei. Con pochissimi mezzi, poche persone (iniziativa partita da un docente di Ingegneria Biomedica seguito con entusiasmo da un paio di studenti) e molto lavoro abbiamo raggiunto un grande risultato.
Ora speriamo di ottenere fondi dalla nostra Università ma anche da realtà locali quali banche, fondazioni e industrie in modo da poter estendere l’iniziativa a diversi studenti. Heidelberg ha 30 studenti coinvolti e un budget di 120.000 euro! Noi ne chiediamo almeno 30.000 per coinvolgere 6-10 persone e dare un opportunità straordinaria ai nostri ragazzi: l’opportunità di mettere alla prova il proprio talento e la voglia di fare ed emergere in una competizione per se stessi, per il team, per la Università e per il paese.
Da oggi per me si chiude iGEM 2008 e inizia iGEM 2009. Entro la fine di Novembre faremo una cerimonia per la consegna dei premi ai partecipanti e contestualmente presenteremo l’iniziativa agli studenti per cominciare a formare il nuovo team. A gennaio faremo le selezioni cercando di individuare le potenzialità di tutti e poi a marzo partiremo con il nuovo lavoro.”