la scrittura e l’arte: un matrimonio riuscito

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Oggi intervistiamo la Prof. Marisa Volpi che ci parla della sua duplice attività di scrittrice e studiosa di storia dell'arte



Se provate a navigare fra i vari siti delle facoltà della Sapienza troverete anche, nell’ambito della facoltà di Lettere il sito della Prof.ssa Volpi storica dell’arte e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università La Sapienza.

Tra gli interessi della professoressa Volpi, oltre naturalmente alla passione per la storia dell’arte contemporanea e al suo insegnamento presso il dipartimento di Storia dell’arte dell’Università La Sapienza, c’è la narrativa e la saggistica. Ha scritto infatti numerosi libri dall’86 ad oggi con buon successo. Ha insegnato alla scuola media, all’Università dal 68 a Cagliari dove è restata per dieci anni e poi alla Sapienza.
Per l'anno accademico 2001-2002 la sua cattedra è in affidamento alla dottoressa Antonella Sbrilli Eletti.
La Prof. Volpi svolge comunque delle lezioni sulla dialettica astratto-figurativo nell'arte contemporanea e alcuni interventi su avvenimenti artistici d'attualità.

Prof. Volpi, quali sono secondo lei le difficoltà che uno studente di storia dell’arte incontra durante il suo percorso di studi?
Più che di difficoltà parlerei del bisogno di adeguarsi a una metodologia definita: il metodo del riconoscimento adottato alla Sapienza ma anche in molti dipartimenti di storia dell’arte di varie università italiane, come diceva Panofsky è la base dello storico dell’arte. Bisogna conoscere e individuare in quali coordinate storico-geografiche si colloca un artista, indicare sia pur approssimativamente almeno l’epoca o il luogo. Non si può infatti avere una conoscenza approfondita di una personalità artistica senza avere una competenza generalizzata dell’ambiente in cui questi visse. Il metodo del riconoscimento aiuta e stimola lo studente ad orientarsi tra le caratteristiche peculiari dell’artista. Per individuare queste caratteristiche si fa ricorso a vari strumenti.

Il dipartimento della Sapienza fornisce questi strumenti e ci può dire quali sono?
Uno degli metodi che possono essere usati è quello del riconoscimento: vengono proposte per esempio dieci immagini, possono essere dieci ritratti, a giudizio dei ragazzi per far dire loro di che epoca sono i ritratti rappresentati e in che luogo per esempio sono stati realizzati. I ragazzi sono così stimolati a riflettere sulle varie epoche e su tutto quello che circonda la vita di un artista. E’ un lavoro indubbiamente appassionante che aiuta l’analisi dell’opera e il giudizio che viene dato risulta essere più completo.

Per quanto riguarda il lavoro di preparazione alla tesi finale è invece un lavoro che lo studente, raccogliendo i frutti degli anni trascorsi, svolge sia con un’attività sul campo che può essere una attività di catalogazione, sia attraverso un avvicinamento e un confronto di opere tra loro contemporanee..

Diversi siti Internet dedicano ampio spazio all’arte anche a quella contemporanea, addirittura alcuni sono anche a scopo commerciale, ci sono vere e proprie aste (e-bazar etc)…
L’interesse per l’arte e le sue manifestazioni da parte della società italiana è notevole. Credo che la gente ami molto l’arte, segue le grandi mostre sia degli artisti come gli impressionisti da sempre molto amati senza però tralasciare quelle dedicate ad artisti più recenti anche del panorama internazionale. L’organizzazione delle mostre viene anche aiutata da una organizzazione sul modello americano, fatta di ausili, cataloghi, merchendising, bookshop, che aiuta il lancio e la promozione. In questo interesse generale rientra anche Internet e i siti dedicati all’arte nati in tutto il mondo.

Cosa ne pensa delle istallazioni fatte negli spazi urbani della città?
Bisogna stare attenti a non turbare l’equilibrio architettonico e lo spazio urbano ma nel complesso mi sembra che la gente si abitui facilmente e apprezzi queste forme d’arte in città.

Secondo lei quali sono gli sbocchi professionali dei laureati in storia dell’arte? L’Italia ha un patrimonio artistico eccezionale e ha bisogno di molte persone qualificate che lavorino nei musei, che si occupino anche della promozione dell’arte contemporanea settore in Italia sottovalutato e ancora persone esperte che si occupino degli aspetti organizzativi, degli uffici stampa, in particolare particolarmente in crescita mi sembrano i settori dedicati alla comunicazione e al turismo. Capita poi che i concorsi siano banditi assai raramente e le retribuzioni siamo inferiori al tipo di lavoro svolto.

La sua attività di scrittrice inizia nell’86, quali sono gli argomenti che predilige? Scrivo spesso di donne, di artisti dalle vite complesse e dai linguaggi espressivi molto ricchi. Mi incuriosisce l’origine della passione artistica di alcuni pittori o scultori, indagare il germe creativo spesso nato nell’infanzia o nell’età giovanile.

Uno dei suoi ultimi libri ha come titolo “Fatali stelle”… Sono nove racconti dedicati a diversi artisti. Si parte da David e il suo rapporto con la rivoluzione francese, la sua ciclotimia e le sue paure. Indago poi la natura, l’anima, gli elementi di scompenso nella vita di alcuni artisti come Gericault o di altri artisti che hanno vissuto a Roma città che amo molto.

Ci può dire qualcosa del suo ultimo libro?
Si tratta di un libro dedicato a tre inglesi Rossetti, Jones amico di Rossetti e Morris che si dedicò alle arti applicate e intitolato Fuoco inglese. Tutti e tre sono collegati a storie d’amore drammatiche. Sono tre racconti in uno perché molti personaggi ricorrono nell’uno dell’altro tre versioni della stessa storia.
Maricetta Agati



Notizie sulle pubblicazioni della prof. Volpi si trovano sul sito della Prof. Volpi






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