orlandi: la rivoluzione multimediale

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Coinvolgerà tutte le Facoltà per formare i professionisti dei contenuti

ROMA- Nei prossimi anni si parlerà sempre più di comunicazione multimediale, l’avvento di tecnologie di trasmissione dati e internet “mobile” o “wireless” permetterà l’avvento dell’era della comunicazione multimediale. GPRS, WAP e fra pochi anni l’UMTS ( i nuovi telefonini multimediali per trasmettere anche filmati e musica), cambieranno il modo attuale di utilizzare le nuove tecnologie.
Il nuovo ProRettore dell’Università di Roma La Sapienza, docente di Telecomunicazioni ed exPreside della Facoltà di Ingegneria, ci ha incontrati per fare il punto sullo sviluppo della neweconomy in Italia e parlare delle nuove opportunità che si apriranno in questo settore.
Per il Prof. Orlandi:”Lo sviluppo della nuova economia e delle nuove tecnologie coinvolge un pò tutte le conoscenze e i saperi che sono sviluppati a livello universitario ma c’è il problema dell’utilizzo dei nuovi strumenti ma anche il problema dei contenuti . Creare valore economico dei contenuti è un problema che si sta ponendo a livello internazionale e nazionale anche la stessa Telecom se ne sta occupando e il nostro paese si presta bene a questo argomento perché con il suo patrimonio artistico architettonico e con le bellezze del suo territorio può sviluppare molte iniziative legate alla nuova economia ed essere punto di riferimento per i giovani. Quindi creare occasione di nuove occupazioni e nuova imprenditorialità. Bisogna guardare con occhi nuovi questa realtà e l’università assume un ruolo importante nel campo scientifico e umanistico (lettere e sociologia) questi studi possono infatti valorizzare questi contenuti, anche settori come la giurisprudenza perchè le nuove tecnologie creano nuovi problemi legislativi.”

Professore, cosa deve fare uno studente per sfruttare al meglio tutte queste nuove opportunità?
“Occorre un atteggiamento nuovo che ci consenta di affrontare nel modo migliore questi problemi io vedo un nuovo rinascimento con al centro il sapere e le nuove conoscenze e un nuovo valore dell’università seppure con le sue contraddizioni: come la riforma dell’università e la riforma della didattica col 3 più due. E’ una sfida che non possiamo perdere: noi offriremo molte potenzialità ai ragazzi che devono essere messi nelle condizioni di poterle sfruttare al meglio.

Ritiene che la scuola italiana fornisca gli studenti universitari delle necessarie capacità interpretative per affrontare lo studio dei “newmedia”?
La scuola potrebbe essere il soggetto che stimola nuovi interessi ma da sola non è in grado. Bisogna aprire un nuovo capitolo di rapporti col territorio che può aiutare i giovani nell’utilizzo delle nuove tecnologie. E’ un processo che una volta aperto segue il suo corso lo abbiamo visto con i telefonini e sarà così anche con i computer. I giovani verrano messi nelle condizioni di lavorare e operare con i computer e con le nuove tecnologie.

Si prevede che con l’UMTS a Roma occorreranno oltre 20.000 nuove assunzioni legate alla new economy, l’ università riuscirà a formarle?
UMTS sarà una tecnologia molto importante non so se porterà una trasformazione degli attuali cellulari perché avere dei servizi di qualità su telefonini comporta dei limiti oggettivi, ma sarà un nuovo strumento per comunicare e per lanciare nuove idee imprenditoriali.. Ci si è occupati molto della didattica universitaria nella facoltà di ingegneria che io presiedo ma c’è in programma e già si sta avviando un processo di apertura con esperti anche umanisti di altri paesi. E’ già iniziato il nuovo processo didattico con la laurea triennale e gli studenti stanno confrontandosi con questo nuovo modello. Servirà come sperimentazione per verificare il modello esaminare pregi e difetti in modo da apportare le eventuali modifiche.

Un consiglio per le matricole?
Certamente vista la nostra impostazione diventa importante una frequenza a tempo pieno dei corsi organizzati per moduli e quindi ci sarà una interazione maggiore tra lo studente e il docente. Non si può pensare di affrontare il nuovo modello didattico restando a casa perché è un modello organizzato a favore di una forte interazione. Così da impedire un allungamento del periodo per conseguire la laurea. La Sapienza ha delle difficoltà per quanto riguarda l’allargamento delle strutture. Il processo di decongestionamento si deve sviluppare anche se ci sono degli accordi per lo sviluppo della Sapienza sul territorio verso Santa Maria della Pietà verso le Caserme, accordi con gli enti locali per acquisire strutture che ci consentano di gestire al meglio il nuovo modello.

di Renato Reggiani

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Redazione Universinet Magazine
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