Statistica Economica: come passare l’esame a scienze politiche

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L’esame di Statistica economica fa parte anche del curriculum di Scienze Politiche: vediamo alcuni consigli utili.

Per avere alcuni consigli sull’ esame di Statistica economica abbiamo intervitato il Prof. Vitali, che insegna alla Sapienza di Roma…

Prof. Vitali quali sono i consigli che si sente di dare a chi si prepara a superare l’esame di statistica economica?
Coloro che hanno scelto l’indirizzo politico economico si trovano a dover affrontare l’esame di statistica economica con non poche difficoltà perché è un esame complesso e difficile e non è spesso accompagnato da parte dello studente da una forma mentis adeguata per affrontare il vasto mondo dei fenomeni socio politici in termini quantitativi. D’altra parte io non faccio certo parte della categoria dei professori “misericordiosi”. Mi impegno duramente, seguo abbastanza gli studenti i quali affrontano settimanalmente otto ore di lezione a settimana: tre ore di statistica economica, tre ore di metodologia statistica e due ore di esercitazioni matematica. E poi pretendo molto all’esame. Consiglio certamente la frequenza ma in più direi che è importante studiare giorno per giorno.

Qual è, a suo avviso, la parte più difficile dell’esame?
La parte più difficile è la parte metodologica che oltretutto è la più importante. Infatti, a parte le rilevazioni globali che si fanno ogni dieci anni, si utilizza il metodo del campionamento e la statistica metodologica spiega proprio la logica che c’è in questo metodo molto usato in una società complessa come la nostra, fornendo al futuro dottore in scienze politiche le coordinate e gli strumenti per interpretare i dati forniti dallo statistico.
L’esame comunque è fattibilissimo anche perché viene chiesto unicamente ciò che viene spiegato a lezione e questo è naturalmente un vantaggio per chi frequenta. Da parte mia lodo lo studente che studia e che ha passione per una materia difficile ma importante anche per gli studenti degli altri indirizzi.

Quale esame consiglia di sostenere per superare al meglio quello da lei impartito?
Consiglio Matematica per le Scienze Sociali, esame del terzo anno e complementare.

Quali sono stati i suoi studi?
Io ho studiato a Roma alla Sapienza. Ho iniziato studiando fisica, poi sono passato a statistica. Sono andato a insegnare ad Ancona come libero docente e poi sono tornato a Roma alla facoltà di Scienze Statistiche. Infine dal ’79 sono qui a Scienze Politiche e sei anni fa circa sono stato nominato direttore del dipartimento che a mio parere, a parte alcuni problemi che sono di tutta la facoltà, funziona abbastanza bene.

Quali sono i suoi hobbies?
Tifo per la Lazio, gioco a bridge, mi piace leggere, ho diversi interessi.

Ha accennato ad alcuni problemi di cui soffre la facoltà di Scienze Politiche, ce ne vuole parlare?
I problemi maggiori di questa facoltà sono la mancanza di aule, la mancanza di stanze per i professori e ricercatori, più spazio per la biblioteca. Gli spazi sono ancora quelli di tanti anni fa ed è giusto che sia i professori che gli studenti abbiano più luoghi per lavorare, studiare, compiere ricerche, fare esercitazioni e seminari tutte attività attualmente molto sacrificate.

Quali sono le caratteristiche oggi di un laureato in Scienze Politiche?
In ogni campo professionale in cui opera, dal giornalismo, all’amministrazione pubblica e privata, alla diplomazia, alla politica, un laureato in scienze politiche riesce bene ad ottimi livelli e facilmente, grazie ad una apertura verso il mondo nella sua globalità, alla sua flessibilità e a una molteplicità di interessi e competenze acquisite con gli studi che ha portato a termine.

Redazione Universinet Magazine
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