Il MIUR ha rinviato l’esame di stato per gli “psicologi iuniores” a data da destinarsi. Ecco il parere del Presidente dell’ Ordine degli psicologi.
“Il MIUR ha rinviato l’esame di stato per gli “psicologi iuniores” a data da destinarsi. Non poteva fare diversamente, per vari motivi.
Innanzitutto, già il DPR 328/’01 prevedeva che questo esame non si potesse fare generico e generalista, cioè senza un paio di prove dedicate a specifici settori, da indicarsi con un preliminare Decreto ministeriale, su proposta dell’Ordine, sentita la Conferenza dei Presidi di Psicologia. Tale proposta è stata puntualmente presentata dall’Ordine ai presidi ed al governo prima di ogni possibile sezione d’esami; tuttavia non si può affatto criticare il MIUR per non averla mai trasformata in un decreto, perché la stessa proposta è sempre stata accompagnata da critiche radicali ed unanimi al titolo di “psicologo iunior”, che non esiste in alcuna altra parte del mondo.
Più specificamente, l’Europa sta riproponendo con sempre maggior forza la necessità che il titolo di psicologo possa solo seguire ad un quinquennio di formazione universitaria, più un sesto anno di tirocinio.
Il titolo di “psicologo iunior”, ovviamente sempre criticato dal Ministero delle Politiche comunitarie, sin dai tempi del Governo Amato che aveva voluto partorirlo, urta contro le evidenze rilevate metodicamente in tutti i Paesi europei da ben due surveys dell’EFPA (Omissis). Il nuovo governo, giustamente, non se l’è sentita di completare quel monstrum professionale e giuridico, ovviamente sottoposto anche a ricorso da parte dell’Ordine degli Psicologi, sia alla sua prima apparizione, sia nelle sue successive tappe applicative, comunque incomplete.
Anche la Conferenza dei Presidi si è dichiarata contro il suo completamento.
Fortunatamente, le posizioni del nuovo Governo sono sempre state molto chiare, da parte di tutti i suoi organi competenti.
