Lettera a Hannah Lynch, la ragazza di Oxford morta annegata nel “Bayesian”

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Cara Hannah, Ora riposi nel profondo del Mediterraneo, un luogo remoto e misterioso, dove forse non avresti mai immaginato di trovarti. Solo pochi giorni fa, ti trovavi su quella splendida imbarcazione, il “Bayesian”, uno yacht di lusso che avrebbe dovuto rappresentare un’oasi di pace e gioia. Lì, tra i tuoi cari, avresti dovuto vivere una crociera da sogno, circondata da persone importanti, scelte con cura per far parte di questa avventura. Ma mi chiedo, era davvero il tuo sogno?

A soli diciotto anni, con la tua vita davanti, forse non avresti scelto di passare quel tempo con una folla di adulti, tra conversazioni di lavoro e piani per il futuro. Forse, nel tuo cuore, desideravi altro: essere con i tuoi amici, esplorare il mondo con la tua energia e la tua curiosità, lontano dai pesanti impegni che spesso accompagnano chi vive nel mondo degli adulti.

Chissà cosa ti avevano detto per convincerti a partecipare a questa crociera. “Sarà un’esperienza unica,” ti avranno detto. “Conoscerai persone importanti, potrai passare del tempo con mamma e papà prima di volare verso Oxford.” Forse ti avevano promesso che dopo avresti avuto tutto il tempo per fare ciò che desideravi, che questo sarebbe stato solo un piccolo sacrificio per fare felice tuo padre, che ci teneva tanto.

Ma ora, tutto questo sembra così lontano. Il mare ha inghiottito quei piani e quei sogni, lasciando solo il silenzio delle onde. La tua giovane vita, piena di promesse e di speranze, si è spenta in quel tragico istante, mentre il cielo si scuriva e la tempesta infuriava. Eppure, spero che nei tuoi ultimi momenti tu abbia trovato una qualche forma di pace, un pensiero felice a cui aggrapparti.

Ora, i sub stanno cercando di riportarti in superficie, di darti un ultimo saluto degno di te. Il mondo che hai lasciato continua a girare, ma chi ti ha conosciuto, chi ha condiviso anche solo un istante con te, non ti dimenticherà mai. La tua memoria vivrà nei cuori di chi ti ha amato, e anche in chi, come me, riflette su di te con profondo rispetto e tristezza.

Forse non era la vacanza che avresti scelto, forse non era nemmeno la vita che desideravi in quel preciso momento. Ma il tuo spirito, la tua essenza, continueranno a navigare in mari infiniti, liberi e selvaggi, come avresti voluto essere.

Con rispetto e tristezza,

Un’anima che pensa a te

Renato Reggiani
Renato Reggiani
Romano, giornalista, esperto di comunicazione ecosostenibile, designer. Ho il cuore diviso tra l’Italia e l’Oriente dove ho studiato e lavorato a Dubai, ora copro l'area sud Pacifico, mi divido tra Dubai, Tokyo e Seul, ho studiato a Rotterdam con il programma Erasmus per imprenditori. Ho collaborato con giornali, agenzie e tv. Ho depositato due brevetti per migliorare la sostenibilità green delle nostre città. Ho fondato l’Associazione Frontiere della Comunicazione per insegnare il cinese e l'inglese ai bambini delle scuole elementari italiane. Fulminato sulla via di San Francisco dalla Maker Faire, ho collaborato e curato l’area agricoltura digitale per 2 edizioni. Ho collaborato con la facoltà di Scienze della Comunicazione di Roma e il Politecnico di Milano facoltà di Architettura a Piacenza. Premiato a Copenaghen per la Corporate Social Responsibility, non ho ancora visto la sirenetta. Cambiare il mondo si può, un articolo alla volta.

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