RIMA – Tre giornalisti, Massimo Barsoum (fotografo del Corriere della Sera), Roberto Di Matteo (freelance), e Angela Nittoli (del Fatto Quotidiano), sono stati fermati dalla polizia mentre si recavano a coprire una protesta degli attivisti di Ultima Generazione presso il Ministero del Lavoro. Nonostante abbiano mostrato i documenti d’identificazione, sono stati portati in commissariato, trattenuti in cella per tre ore e perquisiti. La polizia ha definito l’azione un “normale controllo”, mentre la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) ha denunciato l’episodio come “censura preventiva”.
Mentre attendevano in strada, ai giornalisti è stato impedito di usare i cellulari per avvisare le rispettive redazioni. Nel commissariato, sono stati sottoposti a ulteriori identificazioni e perquisizioni. Questo episodio non è isolato: casi simili si sono verificati a Padova, Messina, Genova e Palermo. La situazione si è aggravata, con l’Italia che ha perso cinque posizioni nella classifica sulla libertà di stampa di Reporters Sans Frontières.
La Fnsi ha fortemente criticato questi episodi, sottolineando che costituiscono una violazione delle leggi sulla stampa e dell’articolo 21 della Costituzione italiana. Ha inoltre dichiarato il suo sostegno ai giornalisti colpiti e ha promesso di assisterli nelle richieste di risarcimento per i danni subiti.
Quanti avvenuto, il fermi e la detenzione e perquisizione di giornalisti impegnati nel loro lavoro rappresenta un grave attacco alla libertà di stampa e ricorda metodi da dittatura, dove la censura e la repressione sono strumenti comuni per controllare l’informazione.