Vi racconto cosa ho visto nei vicoli più infernali di Seoul la notte della strage

Nelle tante Università di Seul erano settimane che girava il passaparola: tutti a Itaewon sabato sera. Nelle strette vie dei locali la musica è sparata anche a tutto volume in strada, trasformando così l’intera area in una perenne festa a cielo aperto.

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UniversiNet.it – La strage dei ragazzi di Halloween a Seoul si è da poco consumata, più di 150 morti, tutti ragazzini intorno ai venti anni.  Ancora alle 5 del mattino di domenica,  un uomo si aggira freneticamente nelle stradine strette di Itaewon scansando con i piedi le maschere da Guardie Rosse di Squid Game, da Soldati di Guerre stellari e Orecchie da Panda, Orsacchiotto o  pipistrello, solleva le decine di lenzuoli blu o dorati accartocciati negli angoli: cerca la sorella.

Benvenuti a Itaewon, distretto di Yongsan. Quartiere destinato al divertimento in via ufficiale dal 1997 come Special Tourist Zone (이태원 관광특구) ma già tappa fissa per le bevute e altro per i soldati americani in licenza. La strada principale Itaewon-ro è una larga e moderna via di scorrimento all’americana, i marciapiedi sono larghi e affollati di eleganti boutique, ma anche di hotel, ristoranti, discoteche e cambiavalute.

Nelle decine di vie laterali strette e spesso in salita o discesa, siamo infatti su una collina, c’è l’oriente oscuro e affascinante fatto su misura per le migliaia di turisti che partecipano alla movida alcolica di Seul ogni weekend.

 

La tragedia di Halloween è iniziata già verso l’ora di cena in Korea, verso le 18.00. Quando centinaia di migliaia di ragazzi si sono raccolti per festeggiare, dopo 3 anni pandemia, il primo Halloween senza mascherine e distanziamento in strada, nelle strette vie tra l’Hamilton Hotel, verso Bogwang-ro, creando le premesse per il disastro.

L’Hotel Hamilton è un albergone di lusso, squadrato all’americana, uguale a tanti visti a Las Vegas o Dubai,  con piscina e facciata piena di schermi LED che la sera lo fanno assomigliare a un perpetuo albero di Natale luminoso. I Coreani sono un popolo romantico, i fidanzatini camminano sempre mano nella mano e spesso si vestono abbinati. Esistono anche appositi negozi per acquistare abbigliamenti abbinati e quest’anno in migliaia si erano mascherati con costumi da coppie.

Immaginate decine di migliaia di Stormtrooper di Star Wars con le loro principesse Leila o Rey, Harry potter insieme ad Hermione, Guardie di Squid Games ( la pluripremiata e iperviolenta serie Coreana), Dracula e principesse il tutto innaffiato da fiumi di Sodju, un superalcolico che potrebbe ricordare la grappa venduto a poco negli onnipresenti minimarket aperti 24 h su 24.

Il Sodju è un patrimonio nazionale, come il vino rosso in Italia o lo champagne in Francia. Risulta essere una delle bevande alcoliche più bevute al mondo ma è anche il protagonista della movida alcolica che inizia inevitabilmente con un “tornado”, un bicchiere riempito per un terzo di Sodju e 2 terzi di birra. Agitato con le tipiche bacchette metalliche coreane a simulare appunto un mini “twister” di schiuma.

Immaginate centomila, chi dice duecentomila ragazzi di venti anni. Felici di poter finalmente festeggiare il loro primo Halloween dopo 3 anni di misure severe anti covid. Mascherati, felicemente fidanzati i più, desiderosi solo di festeggiare. Nelle tante Università di Seul erano settimane che girava il passaparola: tutti a Itaewon sabato sera. Nelle strette vie dei locali la musica è sparata anche a tutto volume in strada, trasformando così l’intera area in una perenne festa a cielo aperto.

Secondo le prime ricostruzioni dei testimoni ed investigatori, Il disastro è iniziato poco dopo le 22:00, con le prime richieste di aiuto ricevute alle 22:24. Quattro ambulanze sarebbero  state inviate 3 minuti dopo. Un ordine di risposta di emergenza di primo livello è stato emesso alle 22:42, un ordine di seconda livello alle 23:13 e un ordine di terzo livello alle 23:50.  Il ministro della salute e del benessere è arrivato sul posto alle 1:40 di domenica mattina.

Alle 22.00 le strade erano ormai così piene di ragazzi che già sui Social e su “Kakao”, la onnipresente App di comunicazione usata in Corea si avvertivano gli amici di non venire perchè c’era troppa gente.

La maggior parte dei morti è stata trovata vicino all’angolo nord-ovest dell’Hamilton Hotel, zona di strette strade pedonali piene di ristoranti internazionali e dei bar.  Una infame stradina in discesa dove la calca era cosi tanta che le persone hanno iniziato a cadere, schiacciando chi si trovava davanti.

Le prime notizie parlavano di dozzine di “arresti respiratori. A causa del blocco del traffico, i soccorritori hanno iniziato a fare massaggi cardiaci e tecniche di rianimazione con i giovani pazienti stesi sui marciapiedi.

Verso le 23.30 erano centinaia i lenzuoli azzurri a coprire morti e pazienti, mischiati a resti di costumi di halloween lungo i marciapiedi. Le persone non riuscivano ancora ad andare via. Nei locali e discoteche le feste continuavano e quindi dalle stazioni della metropolitana continuava ad arrivare gente almeno fino alle 23.

Il motivo scatenante ancora non è ufficialmente noto. Sembra smentita la voce di una droga distribuita in un locale che avrebbe creato svenimenti, arresti respiratori e malori, panico. Resta l’ipotesi della folla impazzita per l’arrivo di una “celebrità”, un “Idol” famoso del K-pop in un locale della zona che avrebbe spinto la folla a cercare di raggiungerlo ad ogni costo e facendoli così finire in trappola.

All’alba restano strazianti le immagini dei fidanzati che cercano la loro compagna alzando i lenzuoli blu. Perché è stata una strage di Principesse Disney, di Guerriere di Star Wars, di Minnie, di streghette, di Hermione, di ragazze poco più che adolescenti schiacciate fino a non respirare più.

Renato Reggiani
Renato Reggiani
Romano, giornalista, esperto di comunicazione ecosostenibile, designer. Ho il cuore diviso tra l’Italia e l’Oriente dove ho studiato e lavorato a Dubai, ora copro l'area sud Pacifico, mi divido tra Dubai, Tokyo e Seul, ho studiato a Rotterdam con il programma Erasmus per imprenditori. Ho collaborato con giornali, agenzie e tv. Ho depositato due brevetti per migliorare la sostenibilità green delle nostre città. Ho fondato l’Associazione Frontiere della Comunicazione per insegnare il cinese e l'inglese ai bambini delle scuole elementari italiane. Fulminato sulla via di San Francisco dalla Maker Faire, ho collaborato e curato l’area agricoltura digitale per 2 edizioni. Ho collaborato con la facoltà di Scienze della Comunicazione di Roma e il Politecnico di Milano facoltà di Architettura a Piacenza. Premiato a Copenaghen per la Corporate Social Responsibility, non ho ancora visto la sirenetta. Cambiare il mondo si può, un articolo alla volta.

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