di Renato Reggiani
Universinet.it – L’accesso all’istruzione superiore, sopratutto per le ragazze è un diritto fondamentale che, continua ad essere negato anche con la violenza in diverse parti del mondo. In Afghanistan, la negazione di questo diritto ha assunto una forma pericolosa e terroristica, come dimostrano gli avvenimenti recenti nella provincia di Sar-ePul, nel nord del paese.
La situazione ha raggiunto un livello critico con l’avvelenamento di quasi 80 studentesse, un atto di terrore apparentemente mirato a scoraggiare le ragazze dal frequentare la scuola. Le giovani vittime, che frequentano due scuole primarie nel distretto di Sangcharak, sono state ricoverate in ospedale in seguito a due attacchi separati.
Secondo i dirigenti scolastici, le scuole di Naswan-eKabod Aab e Naswan-eFaizabad, che sono vicine l’una all’altra, sono state prese di mira una dopo l’altra. Un totale di oltre 60 studentesse sono state avvelenate a Naswan-eKabod Aab, mentre altre 18 a Naswan-eFaizabad.
La CNN, ha confermato che tutte le studentesse sono state trasferite in ospedale e che adesso stanno tutte bene, senza tuttavia fornire dettagli sul metodo di avvelenamento.
Questo ennesimo attacco testimonia la difficoltà della situazione dell’istruzione delle ragazze in Afghanistan e la violenza spietata a cui sono esposte le studentesse che cercano di esercitare il loro diritto all’istruzione. Questi atti, mirati a intimidire e a scoraggiare le ragazze dall’ottenere un’istruzione superiore, sono un ostacolo significativo al progresso e al miglioramento della posizione delle donne nella società afghana.
Non chiudere gli occhi sullle violenze quotidiane, non far cadere nell’oblio questa cieca violenza contro donne e bambine, sottolineando l’importanza di garantire il diritto all’istruzione per tutte le ragazze e di condannare fermamente ogni forma di violenza e di terrorismo che mira a negare questo diritto fondamentale.
